Riceviamo e condividiamo:
Con un comunicato diffuso ieri 02 Settembre 2017, la Marangoni Tyre spa si è lamentata degli attacchi all’azienda, la quale esclude ogni sua responsabilità nella contaminazione rilevata dall’Arpa Lazio nel 2010 ed oggetto del procedimento avviato dalla Provincia di Frosinone nel 2012. La Marangoni Tyre spa rappresenta una versione dei fatti che distorce la realtà. E diventa una excusatio non petita accusatio manifesta.
In primo luogo, la Marangoni Tyre afferma di non avere alcun collegamento con la Marangoni spa, ma basta una semplice visura camerale –che pubblichiamo sul nostro sito web www.civisferentino.eu – per constatare che quest’ultima possiede la totalità delle quote della Marangoni Tyre, essendo l’unico azionista.
Perciò, il rapporto esiste, eccome.
Inoltre, nel procedimento per il rinnovo dell’autorizzazione dell’inceneritore recentemente concluso, la Marangoni spa ha depositato gli atti che ricostruiscono gli assetti societari ed i trasferimenti della proprietà, e che ugualmente pubblichiamo sul nostro sito web.
Risulta che la Marangoni Tyre spa trasferì nel 2006 il ramo d’azienda costituito dall’attività dell’inceneritore alla soc.Maind srl, la quale a sua volta è stata incorporata per fusione dalla Marangoni spa nel 2012 che da allora è proprietaria di tutte le attività ed impianti in Anagni.
In secondo luogo, l’azione per l’addebito delle eventuali responsabilità dell’azienda per l’inquinamento segnalato dall’Arpa Lazio, è stata avviata dalla Provincia di Frosinone, non certo da Civis; saranno il Ministero dell’Ambiente e gli altri enti competenti, finalmente, a verificare tale presunta responsabilità in un procedimento che è rimasto sospeso, senza mai essere definito, fin dal 2012.
L’associazione Civis ha –legittimamente- richiesto l’intervento del Ministero dell’Ambiente affinché eserciti i poteri sostituivi nei confronti degli uffici provinciali e comunali, i quali nonostante il tempo trascorso non hanno mai completato gli accertamenti necessari né disposto misure di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Infine, si sottolinea la circostanza che la Marangoni Tyre spa si trovi in liquidazione e scioglimento fin dal 2013; perciò, nel caso in cui fosse accertata la sua eventuale responsabilità per la contaminazione, esiste il rischio che gli oneri per la bonifica restino a carico della pubblica amministrazione e quindi della collettività.
Lo stesso rischio si concretizzerebbe allorché non fosse possibile individuare, dopo il lungo tempo trascorso, un altro soggetto responsabile dell’inquinamento al quale addebitare le spese di bonifica e messa in sicurezza del sito.
Se ciò dovesse avvenire Civis non esiterebbe un minuto a chiedere alla Corte dei Conti di avviare l’azione per danno erariale nei confronti dei titolari degli uffici pubblici che con il loro ritardo nel definire l’azione di contrasto all’inquinamento avrebbero, così, reso un grave pregiudizio alle casse delle amministrazioni e di conseguenza alle tasche dei cittadini.
Infatti, innumerevoli pronunciamenti della Corte dei Conti e dell’ANAC ribadiscono il principio che anche i ritardi nell’operato della pubblica amministrazione costituiscono ipotesi di danno erariale, proprio nel caso dei procedimenti di bonifica.
Nessuno pensi di cavarsela: chi inquina deve pagare, sempre.