Un pezzo di cuore lasciato in rossoblù. Storie di un passato esaltante, nel quale il mestiere preferito era quello di fare gol. Roberto Stellone ricorda i suoi trascorsi al Genoa in un intervista rilasciata al Secolo XIX, soffermandosi sulla stagione 2004/05 quando formò una coppia d’attacco esplosiva con il principe Milito.
“Col Genoa ho provato emozioni speciali, ma ora darò tutto per continuare a sognare una salvezza che per noi sarebbe come una Champions” – confessa. Con la maglia del Grifone l’attuale tecnico canarino ha disputato 29 partite nella stagione della promozione in A (poi annullata da una sentenza del Tribunale), segnando 18 gol. “È stata la mia migliore annata sotto il profilo realizzativo – ha ricordato Stellone –. C’era un bel gruppo, ci divertivamo e andava tutto bene. Penso che avremmo potuto far bene anche nel campionato successivo, quando erano già arrivati alla nostra corte giocatori come Abbiati e Lavezzi. Peccato sia finita così”.
Il sodalizio con Milito alla fine si rivelò fruttuoso per entrambi. “Diego è il più forte con cui ho giocato – ammette –. Gli avversari non ti davano spazi? Ci pensava lui con un’invenzione improvvisa. Se al Genoa ho segnato tanto lo devo anche a lui. L’emozione più forte? Un gol nel recupero contro la Ternana. Conquistammo solo un punto, ma il boato della Nord non l’ho dimenticato. Ogni tanto vado a rivedermi il video di quella rete. I tifosi del Genoa sono fantastici”.
Adesso però non ci sarà spazio per i sentimentalismi. “Onoro sempre la maglia che indosso e ora faccio il massimo per il Frosinone. Ci servono punti e dobbiamo cercare di prenderli a ogni costo. Siamo in piena lotta salvezza, nonostante anche quest’anno ci prendevano in giro. Pensavano che ad ottobre saremmo già stati fuori dai giochi e a gennaio dicevano che avevamo già fatto un mercato per la B. E invece siamo lì, a un punto dal traguardo. Pronti a lottare fino alla fine, perché lo dobbiamo ai nostri tifosi, al presidente, a noi stessi”.
Infine la conferma di quanto dichiarato nei giorni scorsi, ovvero la voglia di rivivere anche da allenatore quelle emozioni provate da giocatore del Genoa. “Sono sincero, metto Genoa, Napoli e Torino sullo stesso piano, per il calore che mi hanno regalato da giocatore e che prima o poi mi piacerebbe provare da allenatore”.