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L’allarme di Fabio Altissimi: “Tutto pronto per la riapertura delle mega discariche”. Possibile l’emergenza ambientale

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Torna a lanciare l’allarme sull’applicazione della delibera della Regione Lazio 199 del 2016 che prevede, in caso di fabbisogno, l’ampliamento delle discariche esistenti, il patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi. Una delibera che vedrebbe siti imponenti, come quello di Borgo Montello ad esempio, rientrare in funzione con nuovi abbancamenti, nonostante le inchieste e le diatribe giudiziarie che riguardano il loro potenziale inquinamento.

Fabio Altissimi, perché è così convinto che la delibera 199 stia per divenire realtà, che cosa è cambiato?

Il mondo dei rifiuti è un po’ come un puzzle ancora da costruire. A prima vista si possono vedere solo delle tessere distinte ma una volta messe nell’ordine giusto si ha il disegno identico a quello illustrato sulla confezione. E allora basta legare le dichiarazioni del presidente Zingaretti con alcuni atti della Regione presenti e passati per capire che a breve vedremo ampliate le mega discariche che avrebbero dovuto essere soggette a post gestione da tempo.

Può spiegarsi meglio?

Certo. Prima di tutto si parla ormai giornalmente della necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti in ogni provincia. Ebbene ciclo dei rifiuti significa: raccolta, trattamento e conferimento dei residui, seppur minimi, in discarica. Queste ultime oggi non ci sono.

Questo non potrebbe voler dire semplicemente che la Regione Lazio autorizzerà nuovi invasi? Magari anche quello da lei proposto ad Aprilia?

Tralasciando il nostro progetto che noi continuiamo a ritenere valido anche perché andrebbe a essere installato su un terreno a oggi inquinato che verrebbe bonificato e poi controllato, la risposta è no. E le spiego anche perché: la Regione Lazio ha autorizzato (e gli atti si possono trovare sul sito istituzionale) nelle ultime settimane il tritovagliatore di Rocca Cencia a Roma, e poco prima a aveva messo a disposizione quello mobile per l’Ama, poi ancora Csa ed eco system e quello di Ecologia Viterbo avvenuto a giugno di quest’anno. Occorre ricordare, ecco l’altra tessera, che il Lazio ha rischiato di veder aprire a suo carico una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea per aver sversato rifiuti tal quali in discarica. Perché puntare sui trito-vagliatori se non trattano il rifiuto e dopo averlo sminuzzato lo portano in discarica?

Perché?

Perchè bisogna prendere in mano una nuova tessera del puzzle, quella legata alle compostiere domestiche.

Il presidente Zingaretti in effetti ha annunciato investimenti per 21 milioni di euro ma questo sembra volto più che altro a facilitare la raccolta differenziata e a diminuire i costi di gestione o no?

A prima vista tutto ciò può anche apparire corretto. Ma se invece si mette insieme l’investimento con l’autorizzazione dei tritovagliatori viene fuori un disegno diverso. Il tritovagliatore sminuzza e non tratta, la 199 prevede l’abbancamento in discarica solo del rifiuto secco. Chi può certificare che il rifiuto proveniente dalle città sia privo di parte putrescibile? I Comuni. E grazie a questo mega investimento saranno i sindaci a prendersi la responsabilità di dire che tutto il rifiuto che finisce nei cassonetti è secco e così il 70% dei rifiuti prodotti verrà semplicemente tritato e poi gettato in discarica. Sindaci che in alcuni casi nemmeno sanno di essere utilizzati per questi fini, e mi riferisco soprattutto a quelli dei comuni più piccoli. Peccato che le discariche a oggi non ci siano e realizzarle richiede tempi lunghi.  Ma ecco la delibera 199 che permette l’ampliamento delle esistenti. E a chi fanno capo quelle più grandi? E’, infine,  come se la Regione Lazio voglia fare a meno, a ben vedere, degli impianti Tmb e Tbm che lo stesso Zingaretti ha detto vuole riformare attraverso un’ordinanza che dovrebbe essere emessa in questi giorni, di cui siamo ansiosi di conoscere il contenuto. Ma di questo e delle conseguenze che ne deriverebbero forse è meglio parlarne in una successiva intervista.