Giovedì 21 settembre, nel palazzo regionale, le due ciminiere di Colleferro sono state l’oggetto di una lunga riunione in cui erano presenti il Ministero dell’ambiente, Roma Capitale, Regione, Comune di Colleferro e le due società partecipate, AMA e Lazio Ambiente.
Per la prima volta, Regione e Roma Capitale hanno discusso faccia a faccia la questione inceneritori. Un’interlocuzione tra istituzioni, quella tra Pisana e Campidoglio, che dovrebbe produrre atti politici e amministrativi capaci di indicare quale strada percorrere: proseguire con l’ammodernamento degli inceneritori, oppure, attivarsi per dismetterli, progettando un’impiantistica differente e all’avanguardia?
La risposta ancora non è pervenuta, questo bivio non viene superato. Per capire le ragioni di questo stallo occorre conoscere le scelti di campo della Regione e di Roma Capitale.
La dirigenza AMA e la giunta Raggi
“Al posto degli inceneritori di Colleferro vogliamo realizzare una fabbrica dei materiali”. Una frase pronunciata più volte dagli esponenti della giunta pentastellata. L’assessore Pinuccia Montanari ha ribadito, in diverse sedi, di voler fare a meno degli impianti di Colleferro perché vuole puntare alla riduzione del rifiuto tal quale e al potenziamento della raccolta differenziata. Questa volontà politica va in contrasto con le azioni prese dalla dirigenza AMA che, il 19 giugno scorso, ha di fatto sottoscritto l’ammodernamento di una ciminiera, quella gestita da Ep. Sistemi, azienda partecipata dalla Regione al 60% con Lazio Ambiente, e al 40 % da Roma attraverso AMA
I cinque stelle parlano di azione obbligata in quanto soci di minoranza. I pentastallati però, non menzionano un fatto: in Ep Sistemi le decisioni vengono prese almeno dal 65 % dei soci. Questo aspetto, durante l’assemblea dei soci, non è stato preso in considerazione dal presidente di AMA, Lorenzo Bagnacani.
Bagnacani ha sostanzialmente riattivato un’operazione iniziata dal suo predecessore, Antonella Giglio che il 12 dicembre (giorno prima delle dimissioni dell’assessore Paola Muraro) ha dato il via libera alla ricapitalizzazione della società, sottoscrivendo anche lo stanziamento delle somme necessarie al Revamping. Ora i dirigenti AMA dichiarano di voler mantenere il Revamping senza però inviare i rifiuti di Roma (sotto forma di Combustibile da rifiuto) agli impianti di Colleferro.
Il ruolo della Regione Lazio
Qualche mese fa, dopo la grande mobilitazione dell’otto luglio a Colleferro, l’assessore all’ambiente della regione, Mauro Buschini, ha iniziato a utilizzare un linguaggio differente, inserendo nella discussione sugli inceneritori, un nuovo elemento: la riconversione degli impianti.
Anche per la regione l’opzione fabbrica di multimateriale è percorribile, tanto che Buschini ha dichiarato di considerare una possibilità: modificare il progetto di TMB (Trattamento meccanico biologico), fermo in Regione da tempo e che doveva essere realizzato nei pressi della discarica di Colleferro, per elaborare una fabbrica di multimateriale.
“Siamo disponibili a valutare ogni cambio di rotta”. Questo asseriva Buschini a margine di una riunione estiva con i Sindaci della Valle del Sacco. Frase ribadita anche ad agosto, durante l’incontro con la delegazione di RIFIUTIAMOLI, il grande movimento territoriale che lotta per la dismissione degli impianti.
Da questi incontri estivi a oggi però, l’assessorato all’ambiente non ha tradotto queste dichiarazioni in atti amministrativi. Se si vanno a guardare delibere, determine e i vari documenti su Lazio Ambiente e sulla gestione rifiuti, l’adeguamento delle due ciminiere per il massimo carico termico (Il Revamping) è presente in ogni pezzo di carta.
“La Raggi dica cosa vuole fare”. Una frase ripetuta per mesi da Buschini il quale continua a dichiarare che ogni scelta va presa insieme all’altro socio, AMA, dunque con Roma.
L’assessore regionale, in tutti gli incontri istituzionali sugli inceneritori, non ha approfondito la situazione dell’altra ciminiere, quella di Mobil Service, gestita totalmente da Lazio Ambiente, quindi dalla Regione Lazio.
Solo dichiarazioni e proclami da tutte e due le parti. Annunci che non hanno modificato lo scenario in corso, anzi, lo hanno correre liberamente a svantaggio della comunità della Valle del Sacco che ostinatamente continua a contrastare la possibile riattivazione degli inceneritori.
Colleferro: “Regione e Campidoglio facciano gli atti”
“Quelle dichiarazioni devono essere immediatamente tradotte in atti”. Questo reclamano le centinaia di persone che animano il movimento RIFIUTIAMOLI. La cittadinanza di Colleferro e della Valle del Sacco è in continua mobilitazione. La lotta agli inceneritori ha assunto una trasversalità senza precedenti che sta consentendo a questo movimento popolare di essere molto forte e di contare su un grande numero di cittadini, preparati, consapevoli e pronti a ostacolare il rilancio delle due ciminiere.
Il Comune di Colleferro, ad agosto, ha emesso un’ordinanza di divieto di transito per i camion sulla strada che porta agli impianti, ostacolando in questo modo le operazioni di ristrutturazione degli inceneritori.
“Due anni fa, ho stilato delle linee guida sulla gestione rifiuti per uscire dalla logica dell’incenerimento”. Parole di Giulio Calamita, assessore all’ambiente del Comune di Colleferro. “In due anni – continua Calamita – Regione Lazio e Roma non hanno prodotto nessun documento d’indirizzo che possa scongiurare il Revamping”.
La Regione e Roma Capitale hanno perso tempo e stanno trascurando il clima di mobilitazione della Valle del Sacco. Non sarà possibile restare su quel bivio a lungo. La Pisana e il Campidoglio sono in ritardo e restare sulla stessa strada, senza nessuna svolta, causerà inevitabili incidenti di percorso.