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Rifiutiamoli, l’appello alla Regione Lazio e al Comune di Roma per gli inceneritori di Colleferro

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Legambiente sulla proposta di realizzare Termovalorizzatori per Roma 

Dopo le dichiarazioni e gli incontri istituzionali sulla questione di Lazio Ambiente e del revamping degli inceneritori i gruppi di lavoro dell’Assemblea Permanente di #Rifiutiamoli hanno stabilito quali saranno le azioni che verranno messe in campo per intensificare la mobilitazione iniziata lo scorso luglio.

Ad oggi i soggetti istituzionali coinvolti hanno dichiarato di voler cambiare rotta rispetto a questo sistema di smaltimento dei rifiuti. Ma alle parole non sono seguiti e non sono all’orizzonte atti concreti. Difficile realizzare una cambio di rotta dopo aver avviato diversi bandi di gara per la ristrutturazione degli inceneritori di Colleferro.

Nell’incontro del 21 settembre scorso tra le parti in causa (regione Lazio, amministrazione capitolina, Lazio Ambiente, Comune di Colleferro, sindacati ed AMA), AMA ha dichiarato la necessità di proseguire con il revamping per non subire interventi penalizzanti da parte della Corte dei Conti. Nel frattempo la direzione di Lazio Ambiente non ha ricevuto dal suo unico azionista, la regione Lazio,  alcuna indicazione in merito all’interruzione dei lavori di ristrutturazione. Nell’audizione alla Commissione Ambiente della regione di mercoledì 27 settembre l’amministratore delegato di Lazio Ambiente, Gregorio Narda, ha dichiarato che da gennaio 2018 la sua società eserciterà la sola attività di gestione degli inceneritori, che quindi, per quanto lo riguarda, dovranno riavviarsi ad inizio anno.

L’ipotesi di realizzare una cosiddetta ‘fabbrica di materiali’, ossia un impianto dotato delle tecnologie adatte a recuperare dall’indifferenziato materiali riutilizzabili, pare condivisa da comune di Roma e regione Lazio, ma è solo un’ipotesi, che richiede di trasformarsi in un progetto fattibile.

Un tale impianto, peraltro, non si giustifica come intervento isolato, ma, come ha detto persino l’assessore all’Ambiente alla regione Lazio Mauro Buschini, solo rifacendo ex novo il piano rifiuti regionale, che si muove nella prospettiva di eliminare inceneritori e discariche

Possiamo immaginare quale scontro è destinato ad aprirsi con gli interessi coalizzati di chi ha prosperato per anni su inceneritori e discariche, interessi fortemente rappresentati nei partiti e nelle amministrazioni.

L’amministrazione regionale, a pochi mesi dalla fine del suo mandato e con le elezioni del consiglio regionale alle porte, deve indicare concretamente quale nuova strategia di gestione del ciclo dei rifiuti vuole inaugurare. Dal canto suo, la giunta capitolina, a distanza di 15 mesi dal suo insediamento, solo ad aprile 2017  ha prodotto il Piano per la riduzione e la gestione dei materiali post consumo di Roma Capitale 2017-2021 (PMPC), un documento all’insegna dell’economia circolare che ridefinisce di tutta l’impiantistica esistente nella città di Roma e la progettazione di una nuova filiera di smaltimento dei rifiuti. Nel frattempo, però, sono stati stretti accordi per continuare ad esportare i rifiuti in impianti della regione, dagli inceneritori di San Vittore a siti fuori regione o all’estero, ed è stato siglato un accordo transitorio con Cerroni per l’utilizzo dei cosiddetti TMB.

Da parte sua l’amministrazione di Colleferro, assieme ad una decina di altri comuni del circondario, ha deliberato la costituzione di un consorzio che avvierà la gestione dei servizi di raccolta e spazzamento, con l’intenzione di dotarsi di una propria rete di impianti, come dichiarato dal sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna. Un’operazione fatta partire con notevole ritardo rispetto all’inizio della crisi di Lazio Ambiente, alla ricerca, in tempi brevi, di attività e risorse necessarie a garantire la sua sostenibilità economica e finanziaria.

Insomma, siamo ancora nel pieno delle soluzioni di emergenza o, nella migliore delle ipotesi, all’inizio di una fase di transizione di cui si è ben lontani dal definire l’evoluzione concreta.

Dopo la manifestazione di sabato 8 luglio, che ha portato in piazza più di 6.000 persone, i cittadini di Colleferro si sono dati un’organizzazione stabile nella forma dell’Assemblea Permanente, per condurre una lotta che dovrà impedire il riavvio degli inceneritori per altri vent’anni e per imporre quel cambio radicale di strategia che in tanti annunciano, ma che fatica ad  emergere in una situazione in cui il passato minaccia di divorare il futuro. In queste settimane di mobilitazione ci siamo riconosciuti con tutti coloro che conducono mobilitazioni sugli stessi obiettivi, ognuno opponendosi ai mostri che popolano o vogliono invadere il proprio territorio. Sono legami che sapremo approfondire costruendo una piattaforma condivisa.

I cittadini di Colleferro e della Valle del Sacco continueranno ad alzare la voce e useranno tutti gli strumenti utili per farsi ascoltare. Li invitiamo a partecipare alle riunioni dell’assemblea permanente, perché mai come in questo momento abbiamo bisogno del contributo di tutti.

La lotta non si arresta. Rifiutiamoli!