Ecco il commento dei Comunisti Castelli Romani in merito alla gestione rifiuti di Roma:
Un’altra grande storica vittoria di Manlio Cerroni è arrivata in questi giorni: la sindaca Raggi è riuscita nell’impresa di lasciare, rigorosamente senza gara, per un altro anno e mezzo (fino ad aprile 2019) la gestione dei rifiuti della Capitale al signor Manlio Cerroni e ha persino firmato un contratto con il “Supremo”, imputato in due processi penali per la gestione monopolistica dei rifiuti e oggetto di una informativa antimafia interdittiva.
Allucinante è l’abbraccio mortale della Sindaca Raggi, di Grillo e dei 5 stelle con il signor Cerroni e con il sistema di potere che rappresenta.
Visto che Grillo, la Raggi e i 5 stelle sono colti da una grave forma di amnesia, è bene ricordare chi è veramente il signor Manlio Cerroni.
Stefano Vignaroli, deputato M5S eletto a Malagrotta, sul blog di Grillo nel gennaio 2015 di Cerroni scriveva che “gestiva un sodalizio criminale in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti”. Passate le elezioni, il tutto è stato velocemente dimenticato: a luglio 2016 fu lo stesso Vignaroli ad organizzare una riunione segreta con gli uomini di Cerroni, insieme a Paola Muraro, all’epoca assessora alla monnezza de Roma.
Il sistema Cerroni è emerso agli onori della cronaca giudiziaria del Paese solo grazie all’encomiabile lavoro dei comitati dei cittadini di Malagrotta, di Albano, di Colleferro, di Bracciano, che hanno prodotto centinaia di esposti e di denunce all’autorità giudiziaria.
Grazie all’azione dei comitati sono in corso due processi penali nei confronti del signor Cerroni e dei suoi boys, processi in cui i comitati si sono costituiti parte civile per difendere la vita democratica e la giustizia di questo Paese.
Inoltre, il Consiglio di Stato il 22 marzo 2017 ha confermato la validità dell’informativa antimafia interdittiva ai sensi del D.Lgs. n. 159/11 emessa dal Prefetto di Roma il 27 gennaio 2014 nei confronti del CO.LA.RI e delle altre società del gruppo Cerroni.
Il provvedimento del Prefetto richiamava le informazioni acquisite dagli organi di polizia in relazione ai procedimenti penali in corso contro Cerroni e i suoi boys “per essersi tra di loro associati, il Cerroni in qualità di promotore, gli altri in qualità di compartecipi, al fine di commettere una serie indeterminata di reati di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, traffico di rifiuti, e comunque atti o attività illeciti necessari a consentire il mantenimento o l’ampliamento della posizione di sostanziale monopolio del Cerroni Manlio e delle sue aziende nel settore della gestione di rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni insistenti all’interno della Regione Lazio … al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, gestivano abusivamente ingenti quantità di rifiuti”.
Va evidenziato che le informative antimafia svolgono la funzione di anticipare la soglia dell’autotutela amministrativa per prevenire possibili ingerenze da parte delle organizzazioni criminali nell’attività delle pubbliche amministrazioni: le pubbliche amministrazioni non possono stipulare o comunque intrattenere rapporti contrattuali con soggetti a carico dei quali l’informativa abbia ravvisato la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa.
L’informativa antimafia, secondo le previsioni del d.lgs. n. 159 del 2011, è un istituto mediante il quale l’autorità prefettizia, fondandosi su elementi gravi, esprime un motivato giudizio, in chiave preventiva, circa il pericolo di infiltrazione mafiosa all’interno dell’impresa, interdicendole l’inizio o la prosecuzione di qualsivoglia rapporto con l’Amministrazione o l’ottenimento di qualsiasi sussidio, beneficio economico o sovvenzione.
Il T.A.R. per il Lazio con la sentenza del 15 luglio 2014 aveva annullato l’informativa antimafia interdittiva, mentre il Consiglio di Stato il 22 marzo 2017 ha confermato la validità dell’informativa antimafia interdittiva emessa dal Prefetto di Roma contro Cerroni e le sue società.
Secondo il Consiglio di Stato si tratta di condotte gravissime.
In particolare, il Consiglio di Stato evidenzia che “nella gestione delle rilevanti attività in materia ambientale e nei rapporti con le competenti amministrazioni pubbliche, si impone un modulo operativo illecito, come è emerso nella emblematica vicenda del termovalorizzatore di Albano Laziale, con la collaborazione di pubblici dipendenti, ritenuti correi, che sistematicamente favoriscono gli interessi del privato in spregio ai propri doveri di imparzialità”.
Di fronte all’interdittiva antimafia confermata dal Consiglio di Stato, il signor Cerroni ha cercato in tutti i modi di garantirsi un “contratto” per una sua riabilitazione. Negli ultimi mesi gli impianti di Colari hanno ridotto la quantità di spazzatura trattata, dimostrando come il sistema di smaltimento dei rifiuti della Capitale sia ancora nelle sue mani e, di fatto, ricattando l’amministrazione comunale a 5 stelle per ottenere un bel contratto.
E la Sindaca Raggi cosa fa?
Un bel contratto, senza alcuna gara, con cui riapre i rapporti istituzionali ed economici con il signor Cerroni, imputato in due processi penali per la gestione dei rifiuti e interdetto per mafia.
E’ una giornata triste per la democrazia e per la giustizia, con gli amministratori pubblici (PD e PDL ieri, 5 stelle oggi) completamente succubi del signor Cerroni.
Da oggi i 5 stelle entrano a far parte a pieno titolo dei Cerroni boys.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede al Sindaco di Roma di interrompere immediatamente ogni forma di rapporto, anche economico, con il signor Cerroni e con le sue società nel rispetto dell’informativa antimafia interdittiva emessa dal Prefetto di Roma e convalidata dal Consiglio di Stato.
Di fronte alle uscite della Sindaca Raggi che esulta sui giornali con esternazioni farneticanti, tipo “Per la prima volta il Comune è riuscito a far firmare un contratto alle aziende di Manlio Cerroni”, stiamo valutando l’opportunità di richiedere la riapertura dei manicomi.