Un colpo di scena tanto inaspettato quanto efficace nella detonazione. Le dimissioni annunciate ieri da parte del sindaco Fausto Bassetta durante il Consiglio Comunale di Anagni hanno avuto l’effetto di scuotere sia la maggioranza che l’opposizione, generando uno zibaldone di difficile interpretazione politica anche in vista di un possibile (ma a questo punto difficile) ricongiungimento tra le parti.
Che il “caos tranquillo” esistente negli ultimi giorni tra il PD e Progetto Anagni fosse destinato a non durare era in fondo un ipotesi prevedibile da tempo, calmierata fino ad ora proprio dalla volontà dell'(ex?) Primo Cittadino di cercare un accordo comune, in nome di un’unità istituzionale che avrebbe dovuto portare il Comune di Anagni a pianificare i suoi obiettivi e, magari, stavolta raggiungerli con il consenso unanime delle parti.
Del resto, erano troppi i temi caldi sul tavolo per non pensare di dare credito al buonsenso, cercando una soluzione che garantisse una continuità amministrativa da parte della Giunta. La nomina di un nuovo assessore di Progetto Anagni da parte di Bassetta voleva avere proprio un significato simbolico, quello di dare una scossa ad una situazione entrata in un’irreversibile fase di stallo. Ne è nata invece una guerra intestina tra PD e lo stesso Progetto Anagni, con quest’ultimo a fare la voce grossa per chiedere un maggior impegno dell’amministrazione nell’affrontare i temi caldi.
Quella stessa amministrazione a maggioranza PD che in Bassetta ha avuto la sua più alta espressione negli scranni istituzionali. Un primo cittadino che, però, grazie alla sua mossa ha voluto confermare di essere il sindaco di tutti e non solo di una determinata parte politica. Volete un maggior attivismo sui temi caldi? Sono d’accordo. Volete un rimpasto della Giunta? Vi accontento. Volete mettermi sotto esame dando un’interpretazione soggettiva alle mie manovre? Mi dimetto.
Viaggiando un po’ con la fantasia (ma forse nemmeno troppo), è stato proprio questo il senso di una mossa che, se snocciolata in tutti i suoi aspetti, non si è rivelata nemmeno troppo a sorpresa. Nel momento di una delicata mutazione politica tra i banchi della maggioranza, Fausto Bassetta si sarebbe quanto meno aspettato un maggior appoggio da parte della “sua” casa, quel PD che – in fondo – stava cercando egli stesso di salvare con una manovra forse in apparenza un po’ azzardata, ma che probabilmente avrebbe dato i suoi frutti in termini pratici. Nessuna discesa al compromesso tanto osteggiato dai vertici, solo la volontà di “fare il sindaco” e adoperarsi con tutte le proprie forze a rimettere in moto una macchina che si era inceppata.
Il motore, invece, sembra essersi definitivamente rotto, a meno che nei prossimi venti giorni PD e Progetto Anagni non trovino il giusto viatico per proseguire ancora insieme. Ma, questa volta, senza la mediazione del Colonnello Bassetta, che dopo aver lungamente cercato un anello di congiunzione adesso rimetterà ognuno alle proprie responsabilità.