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L’Ordine dei Geologi del Lazio dice “no” alle consulenze gratuite dei professionisti: “Sentenza del Consiglio di Stato vergognosa, ci opporremo”

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L’Ordine dei Geologi del Lazio dice “no” alle consulenze gratuite dei professionisti: “Sentenza del Consiglio Stato vergognosa. Ci opporremo”. Una pronunciamento destinato a far discutere cittadini e addetti ai lavori e che, a onor del vero, ha già mietuto polemiche ferventi. Con sentenza numero 4614 del 3 ottobre 2017 Sez. V, infatti, il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimo un bando del Comune di Catanzaro (che aveva ottenuto pure il parere positivo della Corte dei Conti) per la redazione di un Piano Strutturale Comunale (una delle componenti del Piano regolatore generale), per un compenso simbolico di 1 euro. In sostanza, i principi della concorrenza e le garanzie di qualità dell’oggetto di gara, secondo i giudici di Palazzo Spada, possono essere garantiti anche se il contratto non è oneroso. “Si tratta di una sentenza vergognosa – commenta il presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli -. La reputo tale anche senza dover attendere, come direbbero politici, giuristi o diplomatici di professione, di leggerne le motivazioni! E lo faccio senza temere di offendere la sensibilità dei perbenisti e dei “politically correct” che affermano che le sentenze non si commentano, si rispettano”.

Troncarelli poi puntualizza: “Questa sentenza non può essere rispettata da chi, come il sottoscritto e 2,5 milioni di altri liberi professionisti “full time” in Italia, cerca affannosamente di sopravvivere alla guerra senza quartiere dichiarata loro da uno Stato che, nelle partite Iva, ha ormai trovato l’unico serbatoio cui attingere per sanare le proprie deficienze, per succhiare le ultime risorse e mantenere i propri costi abnormi, per nascondere le proprie incapacità di invertire la rotta e attuare serie e lungimiranti politiche di rilancio del comparto delle professioni”. Per il presidente dei Geologi del Lazio, dunque, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un vero e proprio “sopruso, l’ultima presa di posizione assurda di una magistratura, pericolosa in certe decisioni che rappresentano precedenti destabilizzanti, lontana da ogni logica di buon senso, seppur legittima magari in punta di diritto.

E questo dovrebbe preoccupare ed indignare ancora di più. Ma in che paese viviamo? Di chi fidarsi? Di chi avere paura? L’articolo 36 della Costituzione vale anche per i liberi professionisti o ne siamo esclusi?”. Catanzaro segue altre posizioni simili: Comune di Battipaglia per il Puc, il Comune di Pisa per il nuovo stadio e ancora il Comune di Parma, Comune di Palermo, Comune di Pomezia, Comune di Gubbio ed infine Comune di Brolo, quest’ultimo per una relazione geologica richiesta a titolo gratuito. “Già per partecipare a una gara – dice Troncarelli – occorre pagare un contributo, rimborsare le spese di pubblicità dei bandi, sostenere i costi per la registrazione dei contratti, accettare clausole aberranti e vessatorie da parte della PA, subire l’ultima gemma dello “split payement” che sta di fatto determinando per tutti noi una crisi di liquidità micidiale. Ora dobbiamo sentirci anche onorati di lavorare gratis per un Comune. Il corrispettivo, secondo i giudici, sarebbe compensato dal ritorno di immagine. Il fatto che un contratto sia a titolo oneroso può infatti essere inteso che manca l’utilità finanziaria ma non quella economica, rappresentata da leciti elementi immateriali quali appunto il ritorno di immagine. Follia allo stato puro”, affonda ancora Troncarelli. Di fronte a questo difficile scenario giuridico e normativo, allo scopo di tutelare la dignità e il lavoro di migliaia di professionisti, tuttavia l’Ordine dei geologi del Lazio non intende restare a guardare e, in sinergia con gli altri ordini regionali e il Consiglio nazionale dei geologi, in senso alla Rete delle professioni tecniche, promuoverà ogni azione e pressione a livello centrale, “perché queste vergogne cessino, continuando a sostenere la legittimità dell’equo compenso, da tempo in discussione al Parlamento”, chiosa il presidente Troncarelli.