Si Sono concluse questa mattina le perquisizioni, avvenute in contemporanea a Roma e Bologna, su quella che appare essere una vera e propria “cupola” dello sfruttamento della prostituzione cinese, in decine e decine di centri massaggi orientali.
Gli uomini della Sicurezza Pubblica Emergenziale, Coordinati dal Vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta, dopo aver per mesi eseguito indagini tecniche, delegate dalla Procura della Repubblica di Roma, sulle diverse “case chiuse”, mascherate da centri massaggi orientali, sono riusciti a pervenire ad un filo conduttore, che appare gestire le fila, di centinaia di centri massaggi in tutta Italia.
In particolare I caschi bianchi, hanno fatto irruzione nella sede di una società di Bologna, che oltre a curare il “marketing” dei centri a luci rosse, pubblicizzandoli quotidianamente dietro lauti compensi su siti di incontri e per adulti, si occupava direttamente del “reclutamento” nella Repubblica Popolare Cinese, di giovani ragazze da avviare all’esercizio della professione e del loro successivo “smistamento” nei centri massaggi sparsi sul territorio nazionale.
Nel corso delle operazioni, sono stati sequestrati documenti, archivi telematici carte di credito e postepay, che ora farebbero tremare l’intero mondo delle case chiuse orientali. A carico del responsabile del settore “marketing e reclutamento” del sodalizio criminale orientale, L.F. di 46 anni, anche il sequestro di 19.000 euro in denaro contante. L’uomo è stato deferito all’autorità giudiziaria, mentre gli agenti sono al lavoro per investigare sull’enorme mole di dati acquisita, considerata fondamentale nel ricostruire la “rete” dell’ organizzazione, sull’intero territorio nazionale.