Probabilmente molti di voi ci saranno passati di persona o ne avranno almeno sentito parlare. Stiamo parlando della misteriosa e suggestiva “salita in discesa” che si trova nei Castelli Romani, esattamente al km 11,600 della strada statale 218 tra Ariccia, Rocca di Papa e Grottaferrata.
In questa breve lingua d’asfalto si verifica un fenomeno che, per molto tempo, è stato considerato ai limiti del paranormale: quella che sembra a tutti gli effetti una salita rettilinea è in realtà una discesa. La riprova è data dal fatto che ogni cosa lasciata libera di rotolare sul suolo prosegue nella direzione opposta a quella immaginata, quasi come fosse guidata da una forza oscura.
Se si sperimenta il fenomeno dal vivo per la prima volta, l’effetto è sbalorditivo: sembra quasi che le leggi gravitazionali studiate fino ad ora siano improvvisamente scomparse. Inutile aggiungere che, soprattutto negli scorsi decenni, la strana questione venisse classificata come una vera e propria stregoneria o, addirittura, un’opera del diavolo.
I molti turisti, ma anche semplici passanti che hanno voluto testare dal vivo l’effetto sono ricorsi all’esperimento più banale che possa venire in mente: coricare una bottiglia di plastica sul suolo lasciandola libera di prendere una direzione. Che, ovviamente, è sempre opposta a quella immaginata e, secondo il nostro punto di vista, procede in salita.
In passato sono state elaborate numerose teorie in merito: dall’origine vulcanica del suolo – che per qualche misterioso motivo avrebbe dovuto “condizionare” le normali leggi fisiche – fino ad arrivare alla presenza di un campo magnetico nel territorio, oltre ad un presunto influsso “divino” in relazione all’antica Via Sacra che si trova situata sul Monte Cavo, a poca distanza dal famigerato luogo.
La spiegazione invece è molto più semplice: alcuni studi scientifici hanno infatti dimostrato che il fenomeno è generato da una complessa illusione ottica. Quella che all’occhio umano appare come una salita, in realtà è una strada che prosegue in leggera discesa. La matrice dell'”errore” sta nel fatto che questa porzione di asfalto è compresa tra due tratti che si sviluppano in forte salita, una caratteristica geografica che toglie punti di riferimento all’occhio umano, il quale percepisce anche la visione diretta del segmento in questione come un’altra salita.
Nonostante il mistero sia stato ormai svelato, la suggestione ottica rimane in tutta la sua interezza ed è per questo motivo che, anche ai giorni d’oggi, si possono trovare numerosi curiosi che sperimentano dal vivo il fenomeno, ovviamente sempre accompagnati dall’inseparabile bottiglia.