Con il Decreto legislativo n.147 del 15 settembre 2017, entrato in vigore lo scorso 24 ottobre, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha dato attuazione al Reddito di inclusione, la nuova misura unica di contrasto alla povertà.
Il REI, che sostituirà il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) e l’ASDI (Assegno di disoccupazione), prevede un sostegno economico erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica dall’INPS (fino a un massimo di circa 485 euro mensili, per le famiglie più numerose) accompagnato da un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Il sostegno economico varia in base al numero dei componenti il nucleo familiare e alle risorse di cui la famiglia dispone per soddisfare i bisogni di base. La sua erogazione è però condizionata all’adesione da parte del nucleo familiare beneficiario ad un progetto personalizzato di inclusione attiva per l’inserimento lavorativo, condiviso con i Servizi Sociali, che accompagni il nucleo verso l’autonomia. Saranno proprio i Servizi Sociali, in collaborazione con il Centro per l’impiego, ad indirizzare i beneficiari del REI a tirocini formativi, ad attività di orientamento al lavoro e formazione professionale nonché, attraverso la sinergia con la ASL, ad individuare soluzioni attive anche per coloro che vivono situazioni di fragilità socio-sanitaria.
«Il REI raccoglie e rilancia il principio già presente nel SIA: l’aiuto pubblico ai più deboli si evolve da assistenzialismo univoco ad azione di reciproca responsabilità – afferma la responsabile dei Servizi Sociali dott.ssa Francesca Moreschi – poiché l’utente riceverà il sostegno economico soltanto a condizione che attui il proprio progetto (di inserimento lavorativo, tirocinio, etc.). Perciò l’intervento pubblico alla cittadinanza che versa in condizioni di disagio promuove l’autonomia, condizione essenziale per una reale inclusione».
A partire dal 1° dicembre 2017, le famiglie in possesso dei requisiti di residenza e soggiorno (residenza italiana da almeno due anni o titolari di permesso di soggiorno permanente o di lungo periodo), dei requisiti familiari (presenza di figli minori, figli con disabilità, donne in stato di gravidanza e componenti disoccupati con almeno 55 anni di età) ed economici previsti dal decreto, potranno richiedere il REI. La domanda potrà essere presentata dall’interessato o da un componente del nucleo familiare presso l’URP del Comune di Monterotondo (piano terra, palazzo Orsini).
Il Comune raccoglierà la domanda, verificherà i requisiti di cittadinanza e di residenza e la invierà all’Inps entro 15 giorni lavorativi dalla ricezione. L’Inps, entro i successivi 5 giorni, verificherà il possesso dei requisiti economici e, in caso di esito positivo, riconoscerà il beneficio, inviando a Poste Italiane la disposizione di accredito. Poste Italiane, a sua volta, emetterà la Carta REI e tramite lettera inviterà il beneficiario a recarsi presso qualunque ufficio postale abilitato al servizio per il ritiro. Prima di poter utilizzare la Carta, il titolare dovrà attendere il PIN, che gli verrà inviato in busta chiusa presso l’indirizzo indicato nella domanda.
Il beneficio economico verrà versato mensilmente su una carta di pagamento elettronica (Carta REI), completamente gratuita, funzionante come una normale carta di pagamento elettronica. La carta dovrà essere usata solo dal titolare e permetterà di:
- prelevare contante entro un limite mensile di 240 euro, al costo del servizio (indicativamente 1 euro di commissione per i prelievi negli ATM Postamat e 1,75 euro per i prelievi negli altri circuiti bancari);
- fare acquisti tramite POS in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati;
- pagare le bollette elettriche e del gas presso gli uffici postali;
- avere uno sconto del 5% sugli acquisti nei negozi e nelle farmacie convenzionate, con l’eccezione degli acquisti di farmaci e del pagamento di ticket.
«Uno strumento importante – sostiene l’assessore Antonella Pancaldi – perché spesso alla base delle povertà economiche stanno povertà educative e sociali; solo risolvendo queste diviene possibile un reale inserimento dei cittadini e l’aiuto può dirsi davvero concreto».