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Retuvasa, Referendum Sociali: silenzio elettorale, un diritto costituzionale calpestato

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Flop Referendum: l'affluenza supera di poco il 20%

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato da parte di Retuvasa sul referendum sociale di domenica 17 aprile:

Domenica 17 aprile si terrà il referendum sulle trivellazioni. E questo fine settimana segnerà anche il ritorno dei banchetti di raccolta firme per i referendum sociali su scuola, ambiente e beni comuni. Ci aspettavamo di continuare sulla scia della bellissima partenza di sabato 9 e domenica 10 aprile, quando in tutta Italia migliaia di cittadini hanno lasciato la loro firma sui nostri moduli. Invece in molte città questo non sarà possibile, a causa dei divieti delle questure di allestire i banchetti.

La motivazione è il “rispetto del silenzio elettorale”, che però nel nostro caso non c’entra nulla. La direttiva del Ministero dell’Interno, da cui derivano quelle prefettizie, prevede per sabato e domenica “il divieto di comizi e riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta” e “ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”. Un’impostazione che ci lascia ampio margine di manovra per raccogliere le firme senza smentire la direttiva. Ma sono già moltissimi i casi in cui le questure cittadine ci stanno negando la possibilità di allestire i banchetti. Laddove le autorizzazioni non siano state rilasciate in precedenza, i prefetti decidono di non autorizzare alcuna iniziativa politica, pare su invito informale dello stesso Ministero dell’Interno.

I promotori dei referendum sociali intendono denunciare con forza questa grave lesione del diritto costituzionale. Impedire di raccogliere le firme necessarie a dare la parola agli italiani su temi così importanti come scuola, ambiente e beni comuni è un atto inaccettabile. E troviamo ancor più antidemocratico il fatto che questi divieti non poggino su circolari chiare e incontrovertibili. Il tempo a disposizione per raccogliere le 500.000 firme – a quesito – necessarie per richiedere i referendum non va oltre i 90 giorni. Considerando che, oltre al referendum di domenica, sono in programma anche le elezioni amministrative e i ballottaggi, ci resterebbero pochissimi fine settimana per far valere il nostro diritto costituzionale. E questo non possiamo accettarlo, né ora né nelle prossime occasioni.

Dove ce lo lasceranno fare, comunque, sabato e domenica saremo in piazza a raccogliere firme. Invitiamo chiunque abbia a cuore la democrazia e il futuro del nostro Paese a raggiungerci e a firmare per sottrarre scuola, ambiente e beni comuni alle strette logiche del mercato e del profitto.