Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
In questo giorno amaro tutte noi e tutte le persone sensibili lavorano per far comprendere la portata di questo devastante problema sociale che non si può arginare senza la collaborazione della società tutta.
I numeri delle violenze sono da brividi. Oltre cento donne in Italia, ogni anno, sono uccise da uomini, spesso quelli che sostengono di amarle
Nel 2016 le uccisioni sono state 120 e nel 2017 la media è di una vittima ogni tre giorni. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Dobbiamo fare di più per evitare che si arrivi alla negazione della vita. “La violenza è una “condizione umana” che distrugge e annienta – afferma l’Assessore alle Pari Opportunità Diana Stanzani – A volte è ostentata, plateale, macroscopica, altre volte quasi impercettibile ma proprio la“microfisica delle sopraffazioni invisibili” è quella che costantemente serpeggia tra noi. La violenza più costante si nasconde sotto la maschera della normalità.
La nostra era, purtroppo, che mostra tutti i limiti del progresso, dipinge un paesaggio morale e sociale tratteggiato da inquietudini e malumori. E il valore umano di ogni vita si svaluta e si colpiscono gli individui, soprattutto le donne, come se fossero sagome di cartone, tanto: quanto costa in termini di vita e di libertà un foglio di cartone? La violenza è “una condizione umana” come la sofferenza, la morte, ma la pedagogia, la cultura, le maglie sociali strette possono fare molto su un’identità irrisolta che proietta sulla donna, fino a finirla per sempre, le proprie incapacità e le proprie frustrazioni.
Abbiamo l’obbligo morale di non girare la testa da un’altra parte
Dobbiamo convincerci che stiamo capendo, che ciò che sembra è. E probabilmente in questa che è l’epoca delle passioni tristi, la più grande scommessa da vincere è guardare e chiamare le cose con il loro nome, così avranno forma sociale e culturale e potranno essere combattute. Per questo ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte, anche per ridare al progresso un senso di evoluzione positiva. Non si può tornare barbari dobbiamo evolvere verso una sofisticazione di costumi sociali che sappiano poggiare sul pilastro del riconoscimento dell’altro come umano e non come cosa. “Contro la violenza sempre”.
Anche il sindaco Pierluigi Sanna è intervenuto per dire la sua in merito a tale questione
“È necessario mettere in atto tutte le azioni possibili per contrastare la violenza sulle donne. È preciso compito di tutti noi tutelare i diritti fondamentali della persona.
Dobbiamo rispettarci reciprocamente perché il rispetto è alla base del vivere civile.
La violenza sulle donne è un fenomeno sociale che non trova giustificazioni e dobbiamo combattere in modo deciso queste azioni.
Le istituzioni hanno l’obbligo di dare un messaggio di unità d’azione ed essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione, questo renderà più efficace ogni intervento”.