Politica

Rocca di papa, caso Giannone: il sindaco chiederà un Consiglio straordinario

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rocca di papa veronica cimino

In un video affidato a Facebook l’ex assessore all’urbanistica Veronica Giannone sostiene che a Rocca di Papa esisterebbe un “sistema criminoso”. Descrive l’amministrazione comunale come un posto di malaffare e dice che è un sistema in continuazione con le amministrazioni precedenti. Arriva anche a sostenere che il comune abbia fatto accordi con i gestori delle antenne.

L’ex assessore parla molto, ma per provare le sue accuse non cita un solo elemento, una data, una circostanza, un nome, un atto, un documento, un incontro… Nulla. Chi accusa, nella disgregazione sociale che viviamo, ha quasi sempre ragione. È facile sparare nel mucchio, più difficile portare una prova.

Io la invito a fare chiarezza, a fare i nomi e a tutelare le persone che non c’entrano nulla.

Naturalmente siamo in democrazia e tutti hanno diritto al loro punto di vista. Parlando davanti al telefono cellulare a casa sua, Giannone definisce queste accuse “la sua verità”.

Peccato che “la sua verità” arrivi dopo che è stata sollevata dall’incarico di assessore e vicesindaco; dopo che ha disertato un consiglio comunale che era stato indetto appositamente perché facesse chiarezza su queste vicende, sulle presunte minacce e pressioni che avrebbe ricevuto. Invece la signora Giannone non si è presentata. Ha rifiutato il confronto in consiglio comunale, che – ricordo – è il luogo deputato alla discussione democratica. I cittadini avrebbero potuto apprendere così, direttamente, il contenuto delle sue denunce. Ma forse qualche consigliere avrebbe potuto fare qualche domanda, confutare qualche ipotesi. Questo non lo so, ma Giannone ha preferito, scegliere altre modalità, evitando così ogni forma di contraddittorio e soprattutto, evitando ancora una volta di fare nomi e cognomi dei presunti mafiosi di questa città, mettendo tutti in un unico calderone.

Non basta gridare al vento che c’è la mafia, occorre anche indicare quali sono i mafiosi, per consentire alle autorità di allontanarli dal sistema civile di questa città.

Sappiamo, perché questo raccontano le cronache, che ci sarebbero degli abusi edilizi che riguardano la sua famiglia, che forse sono implicati dei politici di passate amministrazioni, in qualità di tecnici incaricati (sempre dalla sua famiglia).

Per quanto riguarda le antenne di monte Cavo siamo al sentito dire. Qui approfitto per dare un dato riscontrabile: non solo non abbiamo fatto alcun accordo con gli antennari, ma nella prossima variazione di bilancio non abbiamo messo un solo euro proveniente dai gestori delle antenne. È una prova? Penso di sì!

Un’altra accusa generalizzata, pure quella sparata come se fossimo al bar, è che staremmo dentro un sistema criminoso. Ma come? L’accusa che ci viene formulata più spesso, a me e ai componenti della mia amministrazione, è quella di essere giovani ed inesperti. Ora di colpo siamo diventati dei politici così navigati da dissimulare metodi criminosi?

Le accuse lanciate da Giannone sono rivolte a tutta l’amministrazione comunale, a chi lavora in comune, ai consiglieri, agli assessori, alla totalità della classe politica. Sono accuse generalizzate che colpiscono un’intera comunità. Per questo chiederò un consiglio comunale straordinario per discutere su questi temi, anche per rendere ancora più chiaro quanto fatto e sta facendo l’amministrazione comunale per far luce su alcuni aspetti amministrativi degli anni passati.

Sono certo che l’oggettività dei fatti potrà far prevalere la verità. Proprio per questo ho già chiesto formalmente alle autorità competenti di intraprendere in tempi brevi un’accurata indagine per far luce su quanto denunciato da Veronica Giannone.

Il risultato delle indagini potrà riportare equilibrio, serenità e sicurezza anche per lei e la sua famiglia.

Noi non abbiamo niente da nascondere e non dobbiamo difendere nessuno! Vogliamo chiarezza, trasparenza e legalità. La politica si fa con le idee e non con le denunce. Ma in questo caso sento l’obbligo di tutelare la mia dignità, quella dell’amministrazione, e soprattutto quella di Rocca di Papa con ogni mezzo possibile