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La denuncia di Federconsumatori sulla ASL: una subdola tassa sulle analisi anche per pazienti esentati

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ASL

Riceviamo e pubblichiamo

Con riferimento al nostro recente articolo del 14 aprile sulle misure adottate dalla Asl Rm 5 in merito al servizio analisi, vi chiediamo di pubblicare il COMUNICATO STAMPA DI FEDERCONSUMATORI:

Sanità: nel Lazio una subdola tassa in più sulle analisi anche per i pazienti esenti per reddito o patologia.

Nel Lazio i pazienti pagano alcune analisi anche quando hanno l’esenzione per reddito o per patologia. Presso ospedali e strutture pubbliche i cittadini che devono effettuare determinati esami (ad esempio per i due tipi di colesterolo) non riscontrano problemi in questo senso ma i pazienti che invece sono costretti a rivolgersi alle strutture convenzionate scoprono di dover pagare di tasca propria, nonostante le riconosciute condizioni di esenzione per reddito o per malattia specifica.

E’  urgente perciò chiarire responsabilità ed eventuali abusi, stabilendo se e quanto incidono:

–  le decisioni di alcune ASSL di chiudere il sabato i centri per i prelievi, cosa che costringe i pazienti a fare ricorso ad altre strutture convenzionate e, sempre più  spesso, a quelle non convenzionate;

– le normative regionali, che consentono alcune analisi gratuite solo se effettuate in ospedale e in strutture pubbliche;

– alcune analisi  necessarie  e regolarmente prescritte che, sebbene effettuate in strutture convenzionate,  risultano non rimborsate, cioè a pagamento a carico del singolo paziente a prescindere dalle condizioni di reddito e dalle patologie.

Segnaliamo inoltre che il prezzo richiesto è talvolta 10 volte superiore al costo di rimborso fissato dal Nomenclatore Tariffario pubblico.

Infine è utile valutare con rigore quanto e come normative e  interventi  per ridurre le spese e risparmiare stiano compromettendo ogni criterio e ogni  pratica di  appropriatezza per diagnosi e terapie.

Federconsumatori Lazio e Federconsumatori Nazionale chiedono di valutare anche le cosiddette politiche di riduzione delle spese, che di fatto portano a convogliare verso le strutture del privato le attività necessarie e doverose per verificare diagnosi, prognosi ed efficacia delle terapie. Queste stesse politiche determinano inoltre una situazione paradossale, che non solo scoraggia il ricorso alle strutture pubbliche ma invoglia ed agevola il ricorso a strutture private che, anche quando  convenzionate, di fatto sono “a pagamento”.

Una situazione inaccettabile, che allarma l’opinione pubblica e accresce la sfiducia dei cittadini e a cui è necessario porre rimedio al più presto.