Musica

L’ascesa dei Canusia, gruppo musicale di Latina dedito alla riscoperta della tradizione lepina

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Nel solco tracciato da “Creuza de Ma” e nel rispetto della tradizione dei “cantatori” popolari degli anni 70 (la gloriosa collana discografica dell’altrettanto gloriosa Fonit-Cetra ne è un inarrivabile esempio), spiccano i Canusìa, gruppo musicale della provincia di Latina, dedito alla riscoperta della tradizione etnomusicologica dei monti Lepini.

La band, nata 10 anni fa, ha pubblicato il suo primo album “Fiore di Cardo”, un’autoproduzione disponibile sul loro sito. A comporre la squadra vi sono Mauro d’Addia alla chitarra e Annamaria Giorgi alla voce e percussioni.

Lasciando da parte tutte le barbose digressioni sulla tradizione orale dei canti popolari (con le quali si riempiono la bocca altrettanto barbosi esperti pseudodivulgatori), sul tramandare i canti di madre in figlia (chissà perché sono quasi sempre le donne le custodi dei tesori del passato), un concerto dei Canusìa è un evento coinvolgente su più livelli: innanzitutto i canti popolari da loro scelti sono proposti con il dovuto rispetto per la tradizione e senza modifiche, ma anzi conservando tutta la forza e l’irruenza tipiche, in aggiunta ad innovazioni tecniche che, anziché stravolgerne il senso e la drammaticità, la sottolineano…

Pensiamo al grande lavoro alla chitarra di Mauro d’Addia e ai suoi loops in tempo reale che ricordano alcuni esperimenti di Pat Metheny e Tuck Andress… loops che a volte prendono inaspettate e piacevolissime derive ambient.

Certo, non sono testi facili ed edulcorati come potrebbero essere quelli di un qualsiasi artista recente (uno qualunque di quelli usciti dai talent, ad esempio), qui i testi parlano di morte, maledizioni, amori contrastati… senza eufemismi o giri di parole, diretti, genuini e senza ipocrisie come solo i “parolieri” popolari di una volta potevano fare.

La voce solenne e drammatica di Annamaria Giorgi sottolinea con misura, compostezza e grande trasporto tutti i momenti salienti dei testi, cantati rigorosamente in dialetto. Può essere complicato, a volte, seguirne lo svolgimento se non si padroneggia il dialetto, ma ne vale davvero la pena… si (ri)scopre un mondo.

Due ore di immersione in suoni acustici (da segnalare l’ottimo supporto dei due musicisti: Silvino D’Amico alla fisarmonica e Ambrogio Feudi alle percussioni, che arricchiscono le tessiture sonore dei Canusìa) e in mondi musicali desueti che si rivelano una sorpresa per le orecchie sfinite dal pattume musicale da top 10.

Per informazioni sui Canusìa, c’è il loro sito: www.canusia.it. Per avere un assaggio del mondo musicale dei Canusìa, c’è il loro canale Youtube: https://www.youtube.com/user/canusiafolk/videos

Stefano Ebolito