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Colleferro, Sanna e Calamita in coro: “E’ bene fare chiarezza sulla questione della discarica”

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“Chiudere la discarica sarà il nostro percorso. Lasciare tutto così è una scelta irresponsabile”. Non usano troppi giri di parole il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna e l’assessore all’Ambiente Giulio Calamita per descrivere la situazione di Colle Fagiolara.

“Irresponsabile è stato creare la discarica, ampliarla ed autorizzarla fino ad oggi – il loro pensiero -. Scelte che non ci appartengono ma che ricadono purtroppo su di noi. Scelte fatte negli anni 90 e poi nel 2009, scelte oggi negate per paura e scaricate a chi è venuto dopo. Essendo chiamati a risolvere il problema ce ne faremo carico e lo risolveremo una volta per tutte affinché dal 2019 nessun cittadino grande e piccolo se ne debba più preoccupare.

Nella recente commissione svoltasi in Comune su Lazio Ambiente l’unico consigliere di minoranza presente era Cacciotti, il vero ampliatore della discarica per volumetrie superiori a 1’700’000 metri cubi, con tanto di atti di consiglio comunale. Forse agli altri consiglieri di minoranza non interessa il tema se non su Facebook. In commissione su Lazio Ambiente Cacciotti però dice che staremmo facendo come lui. Dice a noi che vogliamo ampliare la discarica. E’ facile mentire sapendo di mentire per scrollarsi di dosso ogni responsabilità, ma la verità è chiara e semplice: le poche volumetrie rimaste sono destinate ad esaurirsi una volta per tutte sulla base di una autorizzazione vigente. Noi lo faremo diversamente da come egli era abituato a fare, senza trasformare i rifiuti in tanti soldi facili da mandare in fumo”.

Tanti gli argomenti snocciolati per controbattere le accuse giunte dall’opposizione: “Abbiamo ben compreso la strategia del centro-destra riguardo i tralicci: non farli spostare per sperare di riprendere il controllo della città in modo tale da spostarli loro e gestirne gli incassi come da sempre sono stati abituati a fare. Conosciamo bene la loro cultura amministrativa e possiamo assolutamente affermare che non ci appartiene.

La vita di ogni amministrazione è fatta di scelte, noi abbiamo deciso di fare quelle caratterizzate dalla parola responsabilità. Di fronte al problema della discarica abbiamo capito che la strada per arrivare alla chiusura è tracciata e passa anche per lo spostamento dei tralicci.

Quando abbiamo iniziato ad approfondire la situazione di Colle Fagiolara abbiamo chiesto consiglio ad avvocati che da sempre si sono distinti per l’impegno nella tutela dell’ambiente e della salute. Dopo aver condotto un inquadramento giuridico-amministrativo del problema ci hanno giustamente chiesto pareri ambientali. Proseguendo abbiamo individuato tecnici in grado di analizzare il problema. Non abbiamo scelto (come si faceva in passato) persone che vengono da lontano, che non abitano a Colleferro, e che spesso qui hanno lasciato solo altri problemi da risolvere. Abbiamo chiesto a chi vive nella nostra città, che respira la nostra stessa aria e beve la nostra stessa acqua di dirci come stanno le cose in discarica.

Il parere è arrivato e ci mette di fronte ad una dura realtà: la discarica così com’è stata coltivata non va bene. I rifiuti sono stati ammassati su due colline perché l’interno della discarica è tagliato dai famosi tralicci. C’è un canyon nel mezzo della discarica che la rende probabilmente unica al mondo. Nel coltivare in questa maniera il sito il gestore ha creato delle pendenze dei rifiuti estremamente ripide. La stabilità dei fronti delle discariche è un elemento fondamentale per garantirne la sicurezza ed evitare vere e proprie frane di rifiuti. Le frane di rifiuti possono verificarsi in caso di violenti eventi atmosferici o semplici instabilità dei rifiuti o terremoti. Il rischio è tanto più alto quanto è ripida la pendenza che nel nostro caso è eccessiva in quasi tutti i punti della discarica. Se un episodio del genere dovesse verificarsi verrebbero liberati i gas imprigionati al di sotto dei teli che coprono la discarica rendendo nauseabonda e pericolosa l’aria nelle vicinanze.

Il pericolo di uno smottamento all’interno potrebbe essere anche un altro: rifiuti che cadono addosso i tralicci dell’alta tensione. Il rischio di incendio causato da eventuali archi elettrici sarebbe quasi una certezza e verrebbero liberate diossine e furani in quantità elevate. Per spegnerlo ci potrebbero volere giorni. Ciò è già successo e non è escluso che tale possibilità si verifichi ancora. Lasciare i tralicci li dentro non significherebbe in alcun modo stabilire che la discarica sia chiusa per sempre come qualcuno afferma. Il fatto che vi siano i tralicci ad impedire fisicamente il conferimento di rifiuti autorizzati come tipologia e quantità non significa che la discarica sia chiusa. Tenere quei tralicci lì dentro sarebbe solo un gesto di irresponsabilità e l’unica cosa certa che lasceremo a chi verrà dopo di noi sarebbe una bomba ambientale all’interno di una discarica che avrà al suo interno volumetrie utilizzabili.

Avere volumetrie utilizzabili ed autorizzate significa che qualsiasi ente o istituzione con sufficienti poteri in materia possa imporre lo spostamento dei tralicci ed utilizzare la discarica. Non spostare oggi i tralicci significherebbe solo spostare temporalmente più avanti il problema passandolo senza ritegno alle future generazioni. Questo non è nel nostro stile.

Le analisi condotte hanno determinato centimetro per centimetro la morfologia della discarica. I calcoli sono stati realizzati tramite droni utilizzando le più moderne tecniche di indagine in tal senso. Collezionati tutti i dati è stato possibile determinare l’esatta quantità di volumetrie residue da abbancare: 485’000 tonnellate. Tali quantità sono state determinate sulla base del progetto di completamento della discarica approvato risultando quanto c’è di più confacente alla realtà della nostra discarica. Altre pseudo-indagini e calcoli vanno analizzati prima di provare a spaventare i nostri concittadini con numeri gonfiati e tirati lì a caso.

Di fronte ad un problema così occorre etica e cognizione dello stato delle cose. Nessun consigliere di minoranza può sacrificare la sua onestà intellettuale sull’altare del mero consenso politico.

Se chiudere la discarica significherà abbancare una quota parte dei rifiuti autorizzati sappiamo già come faremo. Conferiremo solo rifiuti trattati in modo serio, gestiremo il problema degli odori e del percolato, avvieremo il capping sulle zone più vecchie per blindarle dalla tentazione di altri di utilizzarle come ampliamento perimetrale, utilizzeremo gli eventuali introiti per realizzare il più grande progetto di risanamento ambientale della città e l’area limitrofa. Renderemo la discarica un esempio virtuoso di coltivazione di un sito del genere e la renderemo un sito aperto alle visite dei cittadini affinché capiscano cosa significa non fare la raccolta differenziata e gestire in modo corretto i rifiuti. La apriremo rendendola luogo di visite così tutti potranno vedere quello che è oggi e quello che diventerà domani; vedendolo si comprenderanno le responsabilità e le nostre scelte, le bugie e le verità.

Mentre realizzeremo impiantistica alternativa a discariche ed inceneritori chiuderemo Colle Fagiolara. Lo faremo come siamo abituati a fare: con serietà ed attenzione alle esigenze dei cittadini. Abbiamo già dimostrato quello che sappiamo fare. L’avvio egregio della raccolta porta a porta ed il rifacimento di un terzo delle strade urbane a metà mandato sono alcuni dei nostri biglietti da visita.

Abbiamo detto che la discarica chiuderà nel 2019 e così sarà!

Pierluigi Sanna

Giulio Calamita