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“Vietato vivere”: l’UGL scende in piazza per una manifestazione contro l’innalzamento dell’età pensionabile

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Roma, firmato il contratto decentrato dei dipendenti capitolini. UGL: "Mortificate le fasce più basse"

MANIFESTAZIONE “VIETATO VIVERE” L’UGL IN PIAZZA CONTRO L’INNALZAMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE.  Roma e le principali città Italiane, vedono oggi I cittadini scendere in Piazza sotto le bandiere dell’ UGL, in una manifestazione dal nome eloquente: “Vietato Vivere”, proprio a sottolineare, come dichiarato dal segretario Michela Toussan, l’impossibilità dei lavoratori di arrivare a godere dei frutti, dei decenni di contributi versati. “Nonostante aspettative e promesse” Dichiara la Toussan “il governo non ha stanziato I fondi previsti, affinché il meccanismo vizioso dei continui innalzamenti dell’età pensionabile, non arrivi alla mostruosa conseguenza di rendere, per molti lavoratori, il sospirato traguardo di fatto irragiungibile” Concludono dalla UGL.

Mobilitazione Pensioni, Ugl:

“#vietatovivere pensione irraggiungibile”

L’Ugl scende in piazza in tutta Italia il 5 dicembre contro le politiche previdenziali del Governo Gentiloni

Martedì 5 dicembre l’Ugl scende in piazza in tutta Italia con la mobilitazione #vietatovivere pensione irraggiungibile contro le politiche previdenziali del Governo Gentiloni che, in continuità dell’esecutivo che lo ha preceduto, non ha dato alcuna risposta alle richieste del sindacato e dei lavoratori vicini alla pensione.

“L’appuntamento – spiega il/la sindacalista – è in piazza/via…. dove manifesteremo verso il Governo tutta la rabbia e l’indignazione dei lavoratori del nostro territorio ormai vicini alla pensione, che a causa dell’innalzamento dell’aspettativa di vita legato automaticamente all’età pensionabile non potranno realizzare quei progetti di vita che avevano immaginato per prendersi cura di un familiare o per dare una piccola svolta ad un situazione economica familiare sempre più difficile in tempo di crisi. Così come chiamiamo i giovani a protestare insieme ai loro padri e alle loro madri perché del loro futuro il Governo continua a non occuparsi, perché senza un lavoro stabile per loro non ci sarà mai né un futuro vero né la pensione. Ma soprattutto perché saranno costretti come tanti altri della loro generazione ad abbandonare i nostri territori, rendendoli così più poveri”.

L’impegno sottoscritto dal Governo un anno fa era chiaro: la ‘fase due’ della previdenza avrebbe dovuto portare alla riduzione degli effetti nefasti della Legge Fornero con il superamento delle rigidità dell’attuale sistema – che penalizza i redditi più bassi e non tiene conto di tutti i lavori più gravosi – e favorire il turn over generazionale. Il Governo invece  ha messo sul piatto della trattativa solo 300 milioni di euro, l’ampliamento delle categorie di lavori gravosi esentati (ma ne mancano all’appello ancora alcuni) dall’innalzamento di 5 mesi dell’età pensionabile, che comunque scatterà per tutti gi altri a partire dal 2019, e uno sconto del requisito contributivo per l’accesso alla pensione anticipata per le 11 categorie già individuate ai fini dell’Ape sociale. Dunque nessuna modifica della Legge Fornero e solo qualche misero vantaggio per alcune migliaia di lavoratori.

L’Ugl dice no a tutto questo e chiede ai lavoratori vicini alla pensione e ai giovani, le cui aspettative vengono continuamente disattese, di scendere in piazza e protestare insieme per questa battaglia di civiltà.

“Purtroppo, le condizioni per il pensionamento restano indecorose sul piano sociale – è la denuncia del Segretario Generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone – La legge di bilancio avrebbe dovuto porre maggiore attenzione sul tema delle pensioni e del welfare sociale, introducendo nuovi elementi a favore di tutti i cittadini, proponendo correzioni necessarie ad eliminare le tante iniquità previdenziali. Fino a quando non si interverrà su questo fronte, non ci sarà alcuna ripresa economica, soprattutto se il governo continua ad ignorare i problemi cardine dell’Italia, che sono legati alla mancanza di lavoro e relative tutele”.

“Ecco perché l’Ugl – conclude – ha scelto di scendere in piazza”.