Di seguito, le parole dell’associazione Equi Diritti sulla questione acqua pubblica:
Acea ato due ha più che raddoppiato le bollette a fronte dei colpevoli disservizi e delle emergenze idriche estive. 220 euro di bolletta a fronte di un consumo effettivo di un bene vitale di 62 euro. 80 euro di spese di depurazione ed oltre 20 di spese fognarie ad un abitazione che da fogne non è servita. L’esproprio coatto può essere evitato “dimostrando” ad una società per azioni (che poteri di controllo non ha), di svuotare le fosse “‘a norma” . Forse è ora di fare causa a questa gente. Le ultradecennali inadempienze sui mancati investimenti nella rete idrica, li pagassero con gli oltre 80 milioni di euro di utili annui, non certo “taglieggiando” gli utenti. Credo che gli amministratori abbiano il dovere di essere al fianco dei cittadini, tutelandoli davanti a questo strapotere di un soggetto privato (perlomeno per tutti i residenti fuori il comune di Roma).
Se l’acqua è un bene pubblico, un bene vitale, il cui accesso deve essere garantito a chiunque, ed il cui “prezzo deve essere calmierato, come può una società per azioni farti pagare un costo pari ad OTTO VOLTE il bene vitale consumato? Pretendiamo il rispetto dei nostri “EQUI DIRITTI”!!!