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Albano, il Partito Comunista dei Castelli Romani dice no al licenziamento dei lavoratori della Formalba

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Riceviamo e pubblichiamo:

Dopo mesi di false promesse ai lavoratori e di chiacchiere vane su inesistenti finanziamenti da parte delle banche, il 6 dicembre 2017 l’Amministratore Delegato Bosi della società Formalba è uscito allo scoperto con la richiesta di licenziamento collettivo e messa in mobilità di 25 lavoratori: 2 direttori (probabilmente indisciplinati), 13 amministrativi e 10 ausiliari.
La lettera inviata dalla società Formalba alle RSU è una precisa denuncia del malcostume operato dai Sindaci Mattei e Marini, che hanno utilizzato la partecipata Albafor, prima, e Formalba, poi, per un clientelismo osceno fatto di decine di assunzioni di fratelli, sorelle, figli, nipoti, amanti e autisti degli amministratori comunali di Albano.

A causa di questo clientelismo a fini elettorali operato dai Sindaci Mattei e Marini, la società Albafor è fallita e Formalba si ritrova oggi con più di otto milioni di debito.

Secondo L’Amministratore Delegato Bosi questo disastro dovrebbe essere pagato interamente dai lavoratori e dalle lavoratrici, che con i licenziamenti o i ricorsi al part-time dovrebbero ripianare la “enorme situazione debitoria pregressa ereditata dalla precedente gestione”.

In questa vicenda il ruolo del Tribunale di Velletri è stato ad oggi inqualificabile, con la svendita di Formalba, regalata dal curatore fallimentare per soli 50.000 euro ad una associazione che non ha alcun requisito per gestire una società così importante e complessa come Formalba. Anche i due processi ai Sindaci Mattei e Marini procedono con una lentezza indecente e, ad oggi, non hanno portato ad alcun serio risultato per punire le gravissime responsabilità della casta politica di Albano.

Rispetto alla situazione analoga delle assunzioni clientelari all’AMA, i giudici della settima sezione penale del tribunale di Roma hanno, invece, disposto il licenziamento dei raccomandati, in quanto le “assunzioni erano frutto di decisioni arbitrarie e clientelari”. Secondo gli inquirenti, nel caso delle 41 assunzioni, avvenute tra il 2008 e il 2009, “molti degli assunti erano legati a rapporti di parentela o affinità con esponenti politici o persone a costoro vicine ed erano espressione del volere, per nulla trasparente, dell’amministratore delegato”. Tra gli assunti della cosiddetta ‘Partentopoli Ama’ gli stessi giudici ricordano, oltre a quello che sarebbe poi diventato il genero dello stesso Panzironi, il figlio del responsabile della segreteria degli onorevoli Gasparri e Alemanno, la figlia del caposcorta di quest’ultimo e almeno altre sei persone vicine ad ambienti della politica locale romana.

Ai Castelli Romani, invece, la legge non viene applicata e i lavoratori Formalba tutti devono ridursi l’orario di lavoro e il salario per pagare le scelte clientelari dei Sindaci Mattei e Marini e, inoltre, 25 lavoratori devono andare in mobilità ed essere poi licenziati perché ausiliari (in quanto per l’Associazione Don Milani costerebbe meno esternalizzare il servizio) o perché amministrativi (se sei I e II livello vieni licenziato perché vali poco professionalmente, mentre se sei di IV livello vieni licenziato perché costi troppo, se sei di III livello non ti licenziano, ma ti riducono pesantemente l’orario e il salario). Chissà in quale libro di Don Milani il signor Bosi avrà mai letto tali “scelte illuminate”.

Chi ha lavorato mesi senza stipendio viene licenziato, mentre chi ha provocato il fallimento Albafor rimane saldamento al posto più importante di direttore generale.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani dice NO a questi ingiustificati e iniqui licenziamenti e, in alternativa, avanza le seguenti proposte al fine di riportare in attivo il bilancio della società Formalba:
• azzerare per dieci anni gli affitti d’oro alla Curia Vescovile di Albano;
• licenziare i responsabili del disastro fallimentare Albafor, a cominciare dal direttore generale Formalba;
• licenziare i parenti di primo grado dei consiglieri comunali, degli assessori e dei Sindaci del comune di Albano, assunti anche tramite cooperative esterne.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede anche un intervento urgente del Presidente della Regione Lazio Zingaretti e della Sindaca della Città Metropolitana Raggi che non possono rimanere immobili o complici di fronte a questo scandalo.