Ambiente

Ceccano, quest’anno sotto l’albero un “sacco” pieno di DDT e idrogeno solforato

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E’ giunto il natale 2017, grazie alle continue e ripetute manifestazioni di indignazione  per il degrado ambientale, alle innumerevoli segnalazioni per richieste di intervento alle competenti autorità, i cittadini residenti lungo il corso del fiume Sacco, troveranno sotto l’albero i regali tanto desiderati.

Dopo alcuni  anni di silenzio e bugie, cominciano ad essere divulgati i dati relativi ad alcune criticità ambientali locali, ad esempio nel territorio di Ceccano (passo del cardinale), i risultati di indagini avviate da alcuni mesi, forniti dall’Arpa Lazio, in risposta alla richiesta di intervento dei residenti, chiarificano le reali condizioni della qualità dell’aria nella zona, secondo la relazione Arpa per la campagna di monitoraggio periodo ottobre novembre 2017, gli odori sarebbero effettivamente di livello “odore forte”, corrispondente al livello 3, odor strong ,della scala intensità di odore adottata dall’ARPA che va da 0 a 5 (American Society for Testing and Materials International).

( pubblicata al link seguente: https://antonionalli.files.wordpress.com/2017/12/relazione-arpa-passo-del-cardinale.pdf )

Quindi c’è la certezza che l’aria fosse infestata, così come in tanti avevano avvertito nei pressi della scuola elementare ceccanese.

Inoltre nello studio effettuato si è preso in considerazione che nel territorio operano diverse attività industriali che per il tipo di impianto concesso, possono immettere sostanze ritenute dannose nell’atmosfera, tra tutte, la Viscolube (3.2 km dal luogo di rilevazione) è identificata quale unica ipotetica responsabile della risultanza relativa alle concentrazioni di idrogeno solforato nel territorio di Ceccano.

l’Arpa ritiene inoltre necessario individuare altri impianti industriali ritenuti anch’essi capaci di immettere sostanze dannose nell’ambiente circostante, ma che non includono specificamente la produzione di emissioni di idrogeno solforato, oltre agli impianti chimici e di rigenerazione pneumatici, viene inclusa la discarica dismessa di via le lame di Fr. , tra i produttori di Composti Organici Volatili Btex dannosi.

Altro regalo sotto l’albero della valle dei veleni è la notizia che nella campagna di monitoraggio delle acque del fiume Sacco, proprio nel tratto ceccanese, le analisi hanno fornito il dato dell’alta concentrazione di inquinanti della famiglia dei DDT, l’arpa ha spiegato che le molecole della sostanza inquinante ancora non identificata sarebbero derivate ”da processi di sintesi che partono dal Ddt come materia prima e che portano per via degradative e metaboliche a composti affini a quelli provenienti dalla degradazione”.

Ricapitolando abbiamo una situazione accertata di questo tipo, in un aerea di almeno 5 km, con una densità di popolazione di migliaia di residenti sulle sponde e limitrofi, del fiume Sacco, nel tratto ceccanese-frusinate, persistono contemporaneamente: una criticità dovuta all’inquinamento da molecole della famiglia dei DDT nelle acque, una pessima qualità aerea accertata da ormai dieci anni, numerose zone infestate da odori molesti definiti secondo le scale di misurazione fornite dalle competenti autorità come odori forti e che risultano dalle analisi, ben al di sopra della soglia di tolleranza della popolazione.

Il quadro che emerge è devastante e si ripete su scala più larga perché si estende su tutto il corso del Fiume dai casi emergenziali di Colleferro, fino a Ceprano senza soluzione di continuità, cos’altro serve per capire che la priorità politica sia cimentarsi per il blocco di attività ad alto impatto ambientale?

Tutto inutile se già domani un altro impianto sarà concesso dalle autorità statali competenti su questo territorio, ripetendo lo stesso errore che ci ha portato alla rovina.

Per quanto riguarda la salute dei cittadini esposti

Secondo gli esperti già nel rapporto epidemiologico del 2013 vennero presi in considerazione i casi di patologie correlate al caso in questione, si legge “… le donne che risiedono in zone con alta concentrazione di H2S hanno un rischio maggiore (+5%) di ricoverarsi rispetto al riferimento. Questo maggior rischio è dovuto in particolare all’asma e alle malattie dell’apparato urinario. I risultati dell’analisi che valuta l’aumento di rischio di ospedalizzazione all’aumentare lineare dell’H2S mostrano un lieve eccesso di ricoveri per malattie del sistema circolatorio. Gran parte dell’eccesso registrato per le cause naturali e l’asma è dovuto a un maggior ricorso ai ricoveri delle bambine esposte alle più alte concentrazioni di inquinante”; si pensi all’aumento dei costi sanitari per incremento di casi di ricoveri e patologie croniche di cui si dovrà far carico la struttura statale.

Infine anche se gli scienziati sanno da secoli che alcuni batteri producono H2S si è purtroppo constatato che tale sostanza rende alcuni ceppi più resistenti agli antibiotici.

Ciò determinerebbe il perdurare di infezioni da staphilococcus Aureus, Pseudomonas ed Escherichia Coli ecc., che tenderebbero a debilitare in modo pesante l’organismo, amplificando in modo preoccupante il verificarsi delle recidive. Questo meccanismo potrebbe causare danni irreversibili ai tessuti colpiti favorendo l’insorgere di patologie croniche. Nel caso di infezioni ripetute del tratto uro-genitale si potrebbe avere un aumento significativo dei casi di sterilità.

http://www.ciociariaterradeiveleni.it/comuni/frosinone/a-ceccano-questanno-sotto-lalbero-un-sacco-pieno-di-ddt-e-idrogeno-solforato/

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