Sono partite ufficialmente le misure di Sicurezza, in chiave di prevenzione di eventuali atti terroristici, nella Capitale. Circolari di Questura e Comando di Polizia Locale, oltre ad istituire particolari divieti nelle zone più centrali e sensibili, “contingentano” il numero massimo di presenze ammesse, nelle maggiori piazze romane, com direttive molto precise, al personale delle forze dell’ordine, sulle modalità dei “filtri” e del posizionamento delle auto di servizio.
Tra queste, il personale del Corpo di Polizia Locale, a tutt’oggi peró purtroppo escluso, dalle garanzie e dalle tutele dei lavoratori del comparto Sicurezza. Su quest’ultimo aspetto, si è levata la critica della UGL PL, storicamente impegnata, nella battaglia contro il discrimine, cui sono soggetti I 60000 caschi bianchi d’ Italia: ” Ancora un Comandato servizio di inequivocabile Ordine Pubblico, ancora rischi e situazione limite, che gli agenti romani dovranno affrontare privi di tutele assicurative, indennizzi, equipaggiamento specifico e formazione adeguata, al contrario dei ben più fortunati colleghi delle altre forze dell’ordine. È ora di finirla, chiediamo che il governo riconosca anche ai 60000 appartenenti alle Polizie Locali d’ italia, lo “status” di operatori del comparto Sicurezza.” Dichiara in una nota Marco Milani, Coordinatore Romano UGL.
“Gli agenti delle cittá metropolitane e quelli della Capitale in particolare, si ritrovano comandati in servizi di sicurezza, con cadenza ormai quotidiana” Gli fa eco Sergio Fabrizi, R.S.U. del Comune di Roma “chiediamo al Sindaco Virginia Raggi, di riconoscere le peculiarità dei lavoratori del Corpo, con una contrattazione separata, che tuteli I distinguo dal resto degli impiegati comunali, almeno in attesa dell’agognata legge di riforma”. Concludono dalla UGL.