Nuovo duro attacco del Partito Comunista dei Castelli Romani verso i vertici spagnoli dello stabilimento Fiorucci di Pomezia. Dopo i danni della precedente gestione e il rischio licenziamento per decine di operai, tornano a scaldarsi gli animi per il perdurare dei vecchi accordi sindacali che penalizzano oltremodo i lavoratori.
“La crisi della Fiorucci – si legge nel comunicato del PC – sembrava andare verso una possibile soluzione. Come Partito Comunista dei Castelli Romani avevamo chiesto il licenziamento dell’amministratore delegato, ex Parmalat, che ha prodotto danni incalcolabili, perdite per oltre 200 milioni di euro, accordi indecenti con i sindacati collaborazionisti che hanno firmato per ridurre orario e salario ai lavoratori, in cambio dell’assunzione di propri parenti e amici nelle cooperative esterne che tolgono il lavoro proprio ai lavoratori della Fiorucci che essi dovrebbero rappresentare.
La multinazionale spagnola ha licenziato il precedente amministratore delegato, ex Parmalat, e ha piazzato un suo uomo spagnolo alla guida della società. Purtroppo i risultati sperati non sono assolutamente arrivati: il nuovo amministratore spagnolo della Fiorucci non ha cancellato i vergognosi accordi con i sindacati collaborazionisti e non ha cacciato le cooperative esterne di parenti e amici di quelli che hanno votato “si” all’accordo truffa.
I RISULTATI SONO DISASTROSI !!!
Tra i lavoratori della Fiorucci si sta discutendo con grande preoccupazione e rabbia dell’ennesimo insuccesso di un management di incapaci. In questi giorni sono stati buttati migliaia di quintali di salumi per un valore di diversi milioni di euro: un esperimento non riuscito di un salame per i celiaci senza farina di latte (quale sarà il prossimo fallimentare esperimento di questo management di incapaci: il “salame per i vegani”?).
Parallelamente alcune produzioni, come quella dei wurstel, sono state spostate in Spagna, chiarendo le vere politiche che stanno attuando gli spagnoli ai danni delle produzioni degli stabilimenti italiani, togliendo il lavoro ai lavoratori della Fiorucci (a dimostrazione che non sono gli immigrati a togliere il lavoro agli italiani, ma le imprese multinazionali che spostano le produzioni dall’Italia all’estero).
Il nuovo amministratore delegato ha lamentato in assemblea con i dipendenti di clamorosi, quanto misteriosi e fantasiosi, aumenti del prezzo delle materie prime per 8 milioni di euro. La verità è che la Fiorucci sta sempre di più esternalizzando le fasi della produzione, comprando prodotti finiti da etichettare piuttosto che materie prime da lavorare. Anche un bambino capirebbe che in questo modo si comprimono i margini e la redditività, si riduce il lavoro in azienda e si arriva sicuramente ad un altro anno di pesanti perdite, che saranno – come sempre – riciclate con operazioni di transfer pricing nel bilancio consolidato mondiale della multinazionale spagnola.
LA RICETTA SPAGNOLA NON FUNZIONA!!!!
A causa di questi errori disastrosi, il management aziendale e i sindacatati collaborazionisti a gennaio 2018 presenteranno il conto ai lavoratori chiedendo ulteriori sacrifici e un aumento dei giorni dei contratti di solidarietà.
Avvisiamo l’amministratore delegato spagnolo e i sindacati collaborazionisti italiani: spostare le produzioni in Spagna e chiedere all’INPS di intervenire con fondi pubblici italiani per ripianare operazioni di transfer pricing è una palese truffa ai danni dello Stato Italiano.
UNA COSA VERAMENTE INDECENTE !!!
Il Partito Comunista dei Castelli Romani è a fianco dei lavoratori Fiorucci, che sono preoccupatissimi per le dissennate e fallimentari politiche della direzione aziendale, dettate solo dagli interessi della multinazionale spagnola. Per questi motivi anche il 2017 rischia di essere per la Fiorucci un altro anno “nero” (o meglio “in rosso”), caratterizzato da enormi sprechi e da pesanti perdite economiche.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede comunque a tutti i cittadini di acquistare i prodotti della Fiorucci per solidarietà con i lavoratori in lotta”.