Attualità

Dall’Istat arriva l’annuario statistico italiano edizione 2017: ecco tutti i dettagli

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
istat bilancio maggio

Torna l’appuntamento di fine anno con l’Annuario statistico italiano che, dal 1878, offre ai lettori uno strumento autorevole per documentare lo stato e le trasformazioni del nostro Paese, e dunque per conoscerlo meglio. Il volume è organizzato in 24 capitoli all’interno dei quali i dati sono presentati nel dettaglio regionale e accompagnati da un confronto sintetico con i quattro anni precedenti. Per guidare il lettore nell’interpretazione dei fenomeni, il volume offre, per ogni capitolo, una sintesi dei dati più rilevanti e un ampio corredo di grafici, indicatori e metadati.

L’Annuario è disponibile attraverso una pagina web del sito www.istat.it, accessibile anche da supporti digitali (e-reader, tablet, smartphone). La pagina on line dell’Annuario contiene inoltre grafici interattivi e permette l’accesso alla raccolta digitalizzata degli Annuari storici a partire dal 1878.

Di seguito una sintesi dei contenuti dell’Annuario.

Territorio

2016 anno nero per i terremoti

Il 2016 è stato caratterizzato da un’intensa attività sismica, la maggiore degli ultimi trent’anni, concentrata soprattutto nelle regioni dell’Appennino centrale: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Qui infatti sono localizzati gli epicentri dell’87% dei sismi di magnitudo superiore a 3.0. Nel complesso, sono stati 140 i comuni colpiti dagli effetti della sequenza sismica, compresi quelli colpiti dalle scosse del 18 gennaio 2017, con epicentro in provincia de L’Aquila.

Il Paese delle tante municipalità

Nel nostro Paese prevalgono i comuni di piccole dimensioni: il 46,3% non supera i 20 chilometri quadrati di superficie e il 69,9% ha una popolazione pari o inferiore ai 5 mila abitanti. Negli ultimi anni, gli incentivi all’accorpamento dei comuni ne sta riducendo il numero, sceso da circa 8.100 a 7.998. Il 67,8% dei comuni italiani ha un basso grado di urbanizzazione e raccoglie appena il 24,1% della popolazione. I comuni ad alta urbanizzazione sono invece solo il 3,4% ma vi risiede il 33,4% della popolazione totale. Tra il 2011 e il 2016, diversamente da quanto accaduto nel decennio 2001-2011, i centri capoluogo stanno registrando un nuovo incremento demografico, in alcuni casi maggiore di quello delle loro cinture urbane di primo e secondo livello.

Ambiente ed energia

Inquinamento, clima e rifiuti  le principali preoccupazioni degli italiani sull’ambiente

Nel 2016 l’inquinamento dell’aria, i cambiamenti climatici, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti si confermano i problemi ambientali che hanno suscitato maggiore preoccupazione negli Italiani; traffico e difficoltà di parcheggio sono invece i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie con riguardo alla zona in cui risiedono.

Siccità, alte temperature e perdite della rete all’origine delle carenze idriche dell’estate scorsa

Le temperature e le precipitazioni del 2016 sono in linea con l’andamento climatico degli ultimi anni. Da sottolineare che la scarsità di precipitazioni del trimestre autunnale 2016, proseguita l’anno seguente, e le alte temperature estive hanno concorso a determinare il forte deficit idrico del 2017. Nel 2015 ogni cittadino residente in un comune capoluogo di regione ha consumato in media 266 litri di acqua potabile al giorno. Per garantire questo livello di consumo sono stati immessi in rete 425 litri per abitante al giorno. Nel complesso, le perdite idriche totali nelle reti dei comuni capoluogo di regione ammontano al 37,5% del volume complessivamente immesso in rete. La forte dipendenza dall’estero per l’energia è una delle caratteristiche del nostro Paese: nel 2015 le importazioni hanno registrato un aumento del 9,8%, pari a 156,8 milioni di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Il fotovoltaico conferma il suo ruolo di traino per la crescita delle  fonti rinnovabili in Italia, anche se la loro incidenza nel 2015 (come già nell’anno precedente) si colloca a livelli più bassi rispetto al picco del 2013.

Popolazione e famiglie

Ancora in calo la popolazione residente

Al 31 dicembre 2016 la popolazione residente in Italia ammonta a 60.589.445 persone, oltre 76 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno. Nel 2016, il saldo naturale negativo si riduce, dopo quasi un decennio, passando da -161.791 a -141.823; le iscrizioni anagrafiche crescono molto, passando da +31.730 a +65.717 ma, pur raddoppiando, non riescono a contrastare il saldo naturale negativo. Il saldo con l’estero è positivo e pari a 143.758 persone, in aumento rispetto all’anno precedente. Al 1° gennaio 2017 la popolazione straniera residente ammonta a 5.047.028 persone, l’8,3% del totale dei residenti, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,4% (20.875 persone), il doppio di quello registrato a inizio 2016.

Andamento sempre discendente per le nascite, torna a aumentare la speranza di vita

Nel 2016 continua il calo delle nascite (-12.342 nati), che si attestano a 473.438. Il tasso di fecondità totale nel 2015 scende ancora, a 1,35 figli in media per donna. Nello stesso anno, i decessi, 615.261, diminuiscono di 32.310 rispetto all’anno precedente. Il quoziente di mortalità passa dal 10,7 al 10,1 per mille. La speranza di vita alla nascita (vita media) riprende a crescere e passa da 80,1 a 80,6 anni per gli uomini e da 84,6 a 85,1 per le donne. L’Italia resta uno dei paesi più vecchi al mondo, con 165,3 persone con 65 anni e più ogni cento con meno di 15 anni.

In ripresa i matrimoni, ma i divorzi crescono di più

Nel 2015, i matrimoni passano dai 189.765 dell’anno precedente a 194.377, le separazioni legali  da 89.303 a 91.706 e i divorzi da 52.355 a 82.469, anche per effetto dell’introduzione del ‘divorzio breve’. Nel volgere di vent’anni, il numero medio di componenti in famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016). Aumentano le famiglie composte da una sola persona (da 20,5 a 31,6%) e si riducono quelle di cinque o più componenti (da 8,1 a 5,4%).

Sanità e salute

Ancora divario Nord-Mezzogiorno per l’offerta ospedaliera

Nel periodo 2013-2015 il numero di medici di base è leggermente in calo (-1,2%) e pressoché stabile il numero di pediatri (-0,5%). Cresce il numero di posti letto nelle strutture di assistenza residenziale (4,4% in più dal 2013 al 2015) mentre si riducono i posti letto ospedalieri, soprattutto quelli in ‘regime per acuti’. Permangono le differenze della rete d’offerta ospedaliera tra le regioni: i posti letto ordinari per mille abitanti restano superiori al Nord rispetto al Mezzogiorno. Negli ultimi cinque anni le dimissioni ospedaliere per acuti sono in continua discesa nonostante l’invecchiamento della popolazione. Tuttavia, la riduzione dei ricoveri procede a ritmi decrescenti (-4,3% tra 2012 e 2013 e circa -3% negli anni successivi), segnale di una progressiva stabilizzazione del fenomeno. L’abortività volontaria continua a diminuire: il tasso di ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza si mantiene, nel 2015, tra i più bassi d’Europa: 6,4 casi ogni mille donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni.

Stili alimentari sempre nel solco della tradizione

Le abitudini alimentari degli italiani si mantengono legate al modello tradizionale: il pranzo costituisce nella gran parte dei casi il pasto principale (due terzi della popolazione di 3 anni e più) e l’81,7% della popolazione di 3 anni e più fa una colazione che può essere definita “adeguata”. Stabile rispetto al 2015 la quota di popolazione di 14 anni e più che dichiara di fumare (19,8%).

Protezione sociale

Quasi un quinto del Pil destinato alla spesa per prestazioni sociali

La spesa per prestazioni sociali nel 2015 è di circa 318 miliardi di euro, il 19,3% del Pil. Le entrate per contributi sociali sono invece di 232 miliardi di euro con una capacità di copertura delle prestazioni sociali del 73,0%. Ne risulta un deficit previdenziale che, in termini pro capite, ammonta a 1.410 euro, in aumento di 16 euro rispetto all’anno precedente. Per il quarto anno consecutivo gli enti di previdenza diminuiscono le proprie spese correnti, sia per il personale in servizio (-1,4%) sia per l’acquisto di beni e servizi (-8,3%). Il numero di prestazioni pensionistiche è in progressiva diminuzione mentre la relativa spesa è in aumento: sono 23,1 milioni le pensioni erogate nel corso del 2015 (-0,4% rispetto al 2014), circa 38 ogni 100 residenti, per una spesa complessiva di quasi 280 miliardi di euro (+1,2%), pari al 17,0% del Pil. Il loro importo medio annuo è di 12.136 euro, circa 193 euro in più rispetto all’anno precedente.

Giustizia, criminalità e sicurezza

In calo i procedimenti civili pendenti

Il 2015 vede la prosecuzione di alcune tendenze già emerse negli anni precedenti. I procedimenti sopravvenuti in ambito civile nel corso del 2015 presso i tribunali registrano una diminuzione dell’8,2% rispetto all’anno precedente. La diminuzione del totale dei procedimenti civili pendenti a fine anno è dovuta soprattutto alla riduzione di quelli pendenti presso gli uffici del giudice di pace. Per i procedimenti penali in primo grado, nel 2015 si registra una lieve diminuzione della sopravvenienza (-1,2%) rispetto all’anno precedente. La durata media di un procedimento presso il Tar, pari a 10,4 anni nel 2000 e a 9,6 anni nel 2008, dopo la riforma della giustizia amministrativa si attesta a 4,6 anni nel 2010 e 3,4 anni nel 2015.

Meno furti e rapine, aumentano le estorsioni

Nel 2015 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono in calo rispetto all’anno precedente (-4,5%). Si riducono gli omicidi volontari consumati (-1,3%) e tentati
(-3,8%), le violenze sessuali (-6,0%) e le lesioni dolose (-3,2%). In diminuzione anche lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-10,3%), i furti (-7,0%), le rapine
(-10,6%) e la ricettazione (-7,6%) mentre sono in netto aumento le denunce per estorsione (+19,7%), confermando la tendenza alla crescita già osservata negli anni precedenti.

Carceri più affollate, cresce la percezione del rischio criminalità

Nel 2016, l’indice di affollamento nelle carceri in Italia, ovvero il rapporto percentuale tra detenuti presenti e posti letto regolamentari, è pari a 108,8 (oltre tre punti percentuali in più rispetto al 2015), in controtendenza rispetto all’andamento decrescente degli ultimi anni. I detenuti sono stranieri nel 34,1% dei casi, tossicodipendenti in più di un quarto dei casi (25,9%), donne nel 4,2%. Quelli che svolgono un’attività lavorativa sono il 29,7%. Nel 2016, sono stati seguiti dagli uffici di servizio sociale quasi 22 mila minorenni. Un quarto di essi è straniero, le ragazze sono il 12,2%. In aumento le famiglie italiane che indicano il rischio di criminalità come un problema presente nella zona in cui abitano, dal 30,0% nel 2014 al 38,9% nel 2016.

Istruzione e formazione

Sempre in calo gli iscritti al sistema scolastico

Nell’anno scolastico 2015/2016 continua a diminuire la popolazione nelle scuole: 8.807.146 studenti, 62.273 in meno rispetto all’anno scolastico precedente. La presenza di studenti stranieri nel sistema scolastico italiano è sostanzialmente stabile al 9,3%; i bambini stranieri aumentano solo nelle scuole primarie, dove si registrano 5.503 iscritti in più. Gli iscritti stranieri si concentrano nelle regioni del Nord (65,0%) mentre nel Mezzogiorno sono solo il 12,1%, come del resto accade per la popolazione straniera nel suo complesso. Il tasso di scolarità delle persone tra i 14 e i 18 anni, considerando solo gli iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, è del 92,8%. Il tasso di partecipazione al sistema formativo nel suo complesso, che comprende anche gli iscritti alla filiera dell’istruzione e formazione professionale, è invece pari al 98,5% (0,3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente). Il 50,3% dei giovani diplomati prosegue gli studi all’università (1,2 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente). Il tasso di passaggio all’università è più alto tra le donne (55,6% contro 45,0%) e nelle regioni del Nord-ovest (54,1%) mentre è più basso nel Sud (47,6%) e nelle Isole (43,6%).

Aumentano le immatricolazioni, soprattutto ai corsi di primo livello

Nell’anno accademico 2015/2016 gli immatricolati sono aumentati del 2,1% rispetto all’anno precedente ma solo grazie all’incremento di immatricolati ai corsi di primo livello (+4,4%). Si conferma la maggiore presenza femminile in tutte le tipologie di corso. Per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro, nel 2015 il 45,9% dei diplomati del 2011 lavora e il 28,9% studia nei corsi di livello terziario. Lavorano in proporzione maggiore i diplomati degli istituti professionali (63,0%) e tecnici (58,5%), gli uomini più delle donne (50,1% contro 41,6%). Nel 2015, a quattro anni dal conseguimento della laurea, lavora il 72,8% dei laureati di primo livello e l’83,1% dei laureati magistrali. Per i dottori di ricerca si registra quasi la piena occupazione: nel 2014 lavora il 91,5% dei dottori del 2010 e il 93,3% di quelli del 2008.

Mercato del lavoro

Ancora in crescita l’occupazione dipendente

Nel 2016 si registra un nuovo e più sostenuto aumento dell’occupazione (+293 mila unità), cui corrisponde un aumento del tasso di occupazione (15-64 anni) che raggiunge il 57,2%, un valore comunque molto al di sotto della media Ue (66,6%). L’aumento dell’occupazione riguarda solo i dipendenti (+323 mila), si concentra tra quelli a tempo indeterminato (+281 mila) e per la prima volta coinvolge anche i giovani. Prosegue con minore intensità il calo del numero di disoccupati (-21 mila) e del tasso di disoccupazione (11,7%). Anche gli inattivi sono in forte calo degli (-410 mila unità).

Aumentano le ore lavorate, in calo la Cig

Nelle imprese dell’industria e dei servizi le posizioni lavorative dipendenti superano i 12 milioni nella media 2016, con un incremento rispetto al 2015 del 3,4%, trainato più dai servizi (+4,7%) che dall’industria (+1,1%), grazie anche alle nuove assunzioni a tempo indeterminato degli ultimi due anni, incentivate da importanti riduzioni contributive. I posti vacanti nelle imprese con almeno 10 dipendenti sono in media lo 0,7% delle posizioni lavorative occupate o vacanti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2015). Risulta in aumento sia il monte ore lavorate (+4,7%) sia l’indice delle ore lavorate per dipendente (+1,1%) mentre è in calo l’incidenza delle ore di Cig (Cassa integrazione guadagni) che passa da 17,7 a 13,1 ore ogni mille ore lavorate. Nelle imprese con più di 500 dipendenti si registra sia un lieve aumento dell’occupazione al netto della Cig (+0,2% rispetto al 2015) sia una riduzione del ricorso alla Cig (-5,1 ore ogni mille ore lavorate rispetto al 2015). Nel 2016 il costo del lavoro si riduce dello 0,3%. Le retribuzioni orarie contrattuali nel complesso dell’economia crescono dello 0,6%, un nuovo minimo storico. Nel 2015, il 70% degli addetti è rappresentato da lavoratori dipendenti; gli indipendenti caratterizzano soprattutto le piccole imprese e sono i più anziani, i più istruiti (dopo gli esterni) e contano la minore quota di donne; i temporanei registrano invece la maggior presenza straniera.

 Condizione economica, vita quotidiana e consumi delle famiglie

Migliora la percezione per la situazione economica

Nel 2016, il quadro della soddisfazione generale della popolazione di 14 anni e più mostra segnali di miglioramento rispetto al 2015: su un punteggio da 0 a 10, le persone danno in media un voto pari a 7. Rimangono molto elevate le quote di persone soddisfatte per le proprie relazioni con familiari e amici, nonostante una diminuzione di quelle con un livello di soddisfazione più alto. Con riferimento alla propria situazione economica, continua a diminuire la quota di famiglie che la giudicano in peggioramento rispetto all’anno precedente mentre aumenta la quota di famiglie che la considerano invariata e di quelle che si dichiarano soddisfatte.

Lieve aumento della spesa media familiare per consumi

Come già nell’anno precedente, al miglioramento della percezione della situazione economica corrisponde un lieve aumento della spesa media mensile familiare, che da 2.499,37 euro (in valori correnti) del 2015 passa nel 2016 a 2.524,38 euro. Le famiglie composte da soli stranieri spendono, in media, circa mille euro in meno di quelle composte da soli italiani (1.582,94 contro 2.590,59 euro); la loro spesa si concentra su beni e servizi essenziali, in particolare sulla spesa alimentare (21,0% del totale, contro 17,6% delle famiglie di soli italiani) e sulla spesa per l’abitazione (38,0% rispetto a 35,7%). Permangono ampie differenze territoriali: Trentino-Alto Adige, Lombardia ed Emilia-Romagna sono le regioni con la spesa media mensile più elevata (intorno ai tremila euro), mentre la Calabria è ancora la regione con la spesa più contenuta (1.700 euro).

La povertà assoluta cresce fra le famiglie numerose con figli minorenni

Nel 2016, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono 1,6 milioni, per un totale di 4,7 milioni di individui poveri (il 7,9% dell’intera popolazione). Le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni rispetto all’anno precedente sono quelle numerose, soprattutto coppie con 3 o più figli minori (da 18,3% del 2015 a 26,8% del 2016). L’incidenza di povertà assoluta è più elevata fra i minori (12,5%) e raggiunge il suo minimo fra le persone di 65 anni e più  (3,8%).

Cultura e tempo libero

Ancora sostenuta la crescita dei visitatori nei musei

Nel 2016, gli istituti museali statali hanno registrato oltre 45 milioni e mezzo di presenze, circa il 5% in più rispetto al 2015. Più del 60% delle visite è concentrato nelle strutture del Centro, in particolare nel Lazio e in Toscana. Prosegue nel 2016 l’aumento della partecipazione culturale, che sfiora il massimo del decennio. A dare un particolare contributo sono, in ordine di importanza, l’afflusso al cinema e a concerti di musica diversa da quella classica e le visite a musei, mostre, siti archeologici e monumenti. Gli uomini sono frequentatori più attivi: il 53,1% dichiara di svolgere 2 o più attività nell’anno, a fronte del 46,6% delle donne. Gli adolescenti (11-19 anni) e i giovani fino a 24 anni sono i maggiori fruitori dei diversi intrattenimenti e spettacoli nel tempo libero, fatta eccezione per i concerti di musica classica.

Si legge sempre meno, aumentano  gli utenti della Rete

Nel 2016 torna a diminuire la quota di lettori, più per i quotidiani (-3,2 punti percentuali rispetto al 2015) che per i libri (-1,5 punti percentuali). L’uso del personal computer rimane stabile, mentre la navigazione in Internet, anche giornaliera, coinvolge di anno in anno sempre più persone. La spesa destinata dalle famiglie italiane alla cultura e al tempo libero rimane, in percentuale sulla spesa complessiva per consumi, pressoché invariata (poco meno del 7%).

Elezioni e attività politica e sociale

Per le elezioni amministrative affluenza alle urne più alta al Sud e al Centro

Tra il secondo semestre del 2016 e la prima metà del 2017 i cittadini italiani sono stati chiamati due volte alle urne. La prima, in occasione del referendum costituzionale; la seconda, in occasione delle elezioni amministrative, che hanno riguardato poco più di mille amministrazioni comunali. Il referendum del 4 dicembre 2016 ha visto affluire al voto più del 65% dell’elettorato. Le variazioni al dettato costituzionale proposte dal quesito referendario sono state respinte da più del 59% dei votanti. Per le elezioni amministrative sono stati invece coinvolti oltre nove milioni di cittadini, con una percentuale di votanti intorno al 60% al primo turno e al 46% al ballottaggio. In occasione della prima tornata elettorale, le ripartizioni del Sud e del Centro hanno registrato un’affluenza superiore alla media nazionale (rispettivamente 66,4 e 60,4%).

Prosegue il declino della partecipazione politica

La partecipazione politica dei cittadini, diretta e indiretta, è da tempo in calo: soltanto il 4,3% delle persone di 14 anni e più ha partecipato a cortei e appena lo 0,8% ha svolto attività gratuita per un partito. Una quota considerevolmente più ampia della popolazione, anch’essa però in calo rispetto al 2015, partecipa in modo indiretto: il 74,1% si informa di politica (il 58,2% almeno una volta a settimana) e il 65,4% ne discute (il 36,7% almeno una volta a settimana). Aumenta, infine, la quota di coloro che non si informano mai di politica, che raggiunge il 24,5%.

Turismo

2016 anno record per le presenze nelle strutture ricettive

Dal lato dell’offerta ricettiva, nel 2016 operano in Italia 33.163 esercizi alberghieri
(-0,1% rispetto al 2015) e 178.443 esercizi extra-alberghieri (+6,4%). Il flusso dei clienti, nel 2016, è di circa 403 milioni di presenze, in aumento del 2,6% rispetto al 2015, con una permanenza media di 3,45 notti. L’andamento dei flussi turistici negli esercizi alberghieri ed extralberghieri è positivo, sia per la componente residente sia per quella non residente. Nell’ambito dei paesi dell’Ue, l’Italia è in terza posizione per numero di presenze totali negli esercizi ricettivi, con un’incidenza di presenze straniere superiore alla media europea (49,5% contro 45,5%). La domanda turistica italiana è costituita, nel 2016, da circa 66 milioni di viaggi e 356 milioni di pernottamenti, in Italia e all’estero. Rispetto al 2015, i viaggi crescono del 13,7%, trainati soprattutto dalle vacanze brevi (1-3 notti); la durata media si riduce lievemente a 5,4 notti. Nel 2016, i viaggi di vacanza sono quasi nove volte più dei viaggi di lavoro, con quote simili tra vacanze brevi (1-3 notti) e vacanze lunghe (4 o più notti). Queste ultime sono concentrate nel trimestre estivo (63%). Complessivamente i residenti in Italia viaggiano molto meno rispetto ai concittadini europei (in media 0,8 vacanze all’anno ciascuno rispetto alle 2,4 degli europei).

Trasporti e telecomunicazioni

Più passeggeri per treno e aereo

Nel 2015 il numero di passeggeri del trasporto ferroviario registra un lieve aumento rispetto all’anno precedente (+1,0%), più marcato nelle percorrenze (+4,5% in termini di passeggeri-chilometro). Anche il numero di passeggeri del traffico aereo cresce del 4,5%. Il trasporto marittimo registra invece una flessione del 2,7% per i passeggeri imbarcati e sbarcati. Riguardo al trasporto di merci, nel 2015 la modalità ferroviaria aumenta dell’1,6% (in termini di tonnellate trasportate), quella marittima del 3,4%, mentre la modalità stradale registra una lieve diminuzione (-0,6%).

Italiani sempre affezionati alle quattro ruote

Nel 2016, il parco veicolare è composto da circa 43 milioni di autoveicoli (620 mila in più rispetto al 2015), di cui l’88,4% sono autovetture.Per quanto riguarda gli spostamenti per studio o lavoro, nel 2016 utilizza un mezzo di trasporto il 72,8% degli studenti e l’87,9% degli occupati. Il mezzo più diffuso è l’automobile, utilizzata come passeggero dal 37,3% degli studenti e come conducente dal 68,9% degli occupati.

Ricerca, innovazione e tecnologia dell’informazione

Imprese sempre più connesse

Le imprese italiane con almeno 10 addetti che nel 2016 dispongono di una connessione a Internet sono il 98,2%; il 94,2% ha una connessione in banda larga (fissa o mobile) e il 71,3% è presente sul web con una home page o un sito Internet. Nel corso del 2015 il 45,5% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha effettuato commercio elettronico, ricavandone l’8,8% del fatturato complessivo. Le imprese italiane che hanno utilizzato almeno un social network sono il 39,2% del totale.