Riceviamo e pubblichiamo da RSU Lazio Ambiente:
Dopo gli annunci roboanti sul sito regionale del Presidente Zingaretti di qualche giorno fa, oggi il padrone della Lazio ambiente rivela il suo vero volto mandando il suo scagnozzo a licenziare i lavoratori.
Dopo un cambio di gestione al comune di Montelanico fuori da tutte le regole, gestito in modo illegale sia dal comune che dal subemntrante, la regione amministrata da Zingaretti, sbugiardando il suo Presidente ed il suo consiglio Regionale oltre ad una legge, prende carta e penna e caccia cinque lavoratori con l’unica colpa di lavorare nel posto sbagliato, con una amministrazione irresponsabile e con un padrone bugiardo.
Le organizzazioni sindacali FP CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI e FIADEL, insieme alle RSU e ai lavoratori ringraziano il Presidente Zingaretti per questa ennesima prova di sciatteria istituzionale con la quale si infanga la Regione Lazio, si buttano in mezzo ad una strada lavoratori, si sabota un progetto di salvaguardia occupazionale e di legalità e si lanciano appelli sulla ricomposizione politica il cui senso ci sfugge.
Sarebbe quanto mai opportuno e ormai indifferibile che la testa e la mano della regione parlassero un’unica lingua, quela della correttezza e della lealtà, e che finalmente si prendesse atto, con le dovute conseguenze della indifferibilità della messa alla porta di coloro che determinano questa situazione, a partire dagli scagnozzi che altrimenti dobbiamo intendere che abbiano eseguito gli ordini.
Ancora più vigliacco agire il sabato mattina, alla vigilia del Capodanno, senza rispetto per nulla e per nessuno, e senza alcuna vergogna.
E mentre quei lavoratori saluteranno il nuovo anno, che porta con se la disoccupazione, ci preoccuperemo di evitare che interi comuni facciano la stessa operazione preoccupati dalla possibilità di rimanere senza servizio dopo che l’annunciata proroga tecnica non trova la via per arrivare decidano la via dell’affidamento d’urgenza generandotante piccole Artena, con centinaia di disoccupati.
Segue proclamazione formale di sciopero, e non solo.