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Colleferro, esposto del Comitato Residenti contro Acea dopo le ultime interruzioni di servizio

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Il Comitato residenti Colleferro ha informato l’Autorità giudiziaria della condotta di ACEA ATO2 spa di Roma nella gestione del servizio idrico nel Comune di Colleferro affinchè siano valutati possibili profili penali in ordine al reato di interruzione di pubblico servizio con potenziali rischi per la salute umana e, nel caso, di individuare i responsabili, al fine di procedere nei loro confronti.

Il Comitato ha presentato il 18 dicembre 2017 un esposto, supportato da documentazione, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri nei confronti di ACEA per la tutela dei diritti di cittadinanza, costituzionalmente garantiti, e dei diritti degli utenti, regolati da leggi regionali, dalla Carta dei Servizi di ACEA e da apposita Convenzione comunale.

La denuncia riguarda il mancato rispetto da parte del gestore dei propri obblighi contrattuali, come l’improvvisa interruzione dell’erogazione dell’acqua per uso domestico ed igienico, il mancato ripristinato della fornitura nei tempi previsti dalla Carta dei Servizi, ponendovi rimedio sempre con grande ritardo, non aver garantito la fornitura del flusso minimo vitale, il mancato preavviso e la mancata risposta alle pressanti richieste dei cittadini, circa i motivi, la durata del disservizio e i tempi di ripristino del servizio stesso.

Tali interruzioni sono risultate vessatorie, immotivate, continue, costanti e reiterate nel tempo; sono state “prolungare”, “gratuite”, “indiscriminate” e nella stragrande maggioranza dei casi l’informazione è stata assente o gravemente lacunosa, imprecisa, confusa, incompleta e non generalizzata alla pluralità della cittadinanza.

Ad ACEA viene contestato di non aver preventivamente comunicato ai cittadini/utenti/contribuenti le cause di tali interruzioni, i giorni e/o gli orari di turnazione del servizio idrico. Quando, a seguito dei risultati delle analisi effettuate da Arpa Lazio, è stata disposta l’interdizione all’uso umano dell’acqua e la previa bollitura per finalità domestiche e di carattere sanitario, di fatto ciò è stato impossibile, considerando che la stessa presentava un colore marrone molto scuro, con deposito solido nel fondo, come tracce di terra, e cattivo odore.

In taluni casi, i provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica, sarebbero stati intempestivi rispetto al manifestarsi dell’evento e migliaia di persone, anche nel periodo estivo, sono rimaste senza acqua potabile per bere, cucinare e lavarsi, causando una situazione igienico-sanitaria preoccupante.

L’interruzione di acqua potabile, come ha dichiarato l’Istituto superiore di Sanità, mette a rischio la salute individuale e collettiva, colpendo in particolare nuclei familiari senza reddito, lavoratori in mobilità, emarginati e quanti appartengono alle categorie protette (anziani, malati, bambini, portatori di handicap), nonché i gestori di attività commerciali.

Il gruppo ACEA è subentrato nella gestione dell’acquedotto comunale e nella conduzione tecnica dei servizi di fognatura e deputazione il 21 maggio 2015. A partire da questa data le interruzioni, le sospensioni, i disservizi e l’abbassamento degli standard di qualità sono stati all’ordine del giorno, come le perdite e gli sprechi della rete idrica, in gran parte obsoleta, a fronte della pretesa di pagare regolarmente le bollette.

In due anni non si contano le proteste dei cittadini che chiedono tutela contro l’arroganza di ACEA. Due anni in cui il servizio è stato pagato anche quando non è stato somministrato e quindi gli utenti chiedono che i danni subìti siano addebitati a chi li ha provocati. Sarà il nostro prossimo ricorso alle Autorità competenti e presenteremo una diffida anche all’Autorità Antitrust. Chiederemo l’intervento dell’Autorità nazionale energia elettrica, gas e servizi idrici per salvaguardare la nostra dignità di cittadini.

Dal 2015 ad oggi, in ampie zone della città e in tutte le fasce orarie, a motivo di una asserita carenza di risorsa idrica o di un presunto abbassamento della falda o ancora della rottura dei pozzi di erogazione, la fornitura di acqua è stata interrotta a circa 7 mila utenze!

In numerose zone l’acqua è stata totalmente assente, costringendo le famiglia ad organizzarsi con le taniche. L’unico sporadico intervento per alleviare il disagio è stata la fornitura di acqua mediante autobotti.

Alle vibrate reazioni della comunità, apparse anche sui social e sulla stampa locale, non sono stati forniti chiarimenti esaustivi da parte della ASL RMG, dell’Amministrazione comunale e dei Responsabili della segreteria tecnica operativa di ACEA ATO2 (organismo di vigilanza sulla gestione del servizio idrico; controllo standard del servizio all’utenza e dei costi di esercizio).

L’esposto richiama l’ultima ordinanza del 4 novembre 2017, n. 170, con la quale il Sindaco di Colleferro, a seguito dei risultati delle analisi effettuate da Arpa Lazio e comunicate dalla ASL RMG, ha disposto l’interdizione dell’uso umano dell’acqua presso il quartiere Scalo.

L’ordinanza è stata revocata dopo un mese e 10 giorni, il 14.12.2017, n. 195, ma in questo lasso di tempo l’acqua – utilizzabile previa bollitura! – è spesso mancata senza preavviso e quando è stata ripristinata era di colore giallo, in altre ore scurissima!

Se si vuole essere efficienti e rapidi nel gestire queste criticità è fondamentale che i cittadini sappiano quale pozzo alimenta il proprio quartiere e siano allertati tramite Alert System per una informazione in tempo reale! Il suggerimento è quello di eseguire una mappatura dei pozzi riferibili al quartiere e creare liste geolocalizzate di utenti telefonici suddivise per quartieri, vie, piazze, scuole, attività commerciali, ecc., oltre  al servizio APP NON APP di un cellulare.

La situazione non è più tollerabile e va affrontata con la contestazione formale delle inadempienze da parte del Comune, applicando le penali previste dalla Convenzione. E’ anche necessario rivedere la Convenzione con ACEA, inserendo un sistema sanzionatorio più efficace, fino a prendere in considerazione di esercitare il diritto di recedere dal contratto.

Il passaggio ad ACEA e la Convenzione infatti sono stati decisi dal Commissario straordinario e il Consiglio comunale potrebbe rivedere quella scellerata deliberazione, ancor più quando sussistono i presupposti per disporre la risoluzione contrattuale con il gestore.

Del resto i comitati per l’acqua pubblica della valle del Sacco sono ricorsi al TAR per ottenere la risoluzione del contratto per colpa del gestore ACEA ATO 5 Spa, sebbene la sentenza, proprio di questi giorni,  non ha risolto definitivamente la vertenza.

Percorreremo la stessa strada o un’altra ma il disegno espansionistico di ACEA su tutto il territorio regionale, che aspetta da tre anni l’applicazione della legge regionale n. 5/2014, deve essere fermato! 

Ina Camilli, Rappresentante Comitato Residenti Colleferro