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Anche Labico partecipa alla commemorazione per lo scoppio del ’38: a Colleferro un Consiglio Comunale “allargato”

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labico regione lazio colle alto

L’amministrazione Comunale di Labico accoglie l’invito alla commemorazione dello scoppio del 1938 presso la BPD di Colleferro, giornata che si svolgerà nella cornice del progetto Città della Cultura della Regione Lazio 2018. Per l’occasione, l’amministrazione Sanna ha infatti invitato i Comuni di Labico, Paliano, Valmontone e Artena a partecipare al Consiglio Comunale che si terrà il 29 gennaio, alle ore 18.00, presso l’aula consiliare di Colleferro.

“Lunedì 29 a Colleferro con la commemorazione – dichiara la delegata alla cultura Tina Miele – delle vittime dello spaventoso scoppio del 1938, nel quale morirono sessanta lavoratori, provenienti anche dai paesi limitrofi, e ne rimasero feriti circa 1.500, si dà il via alla prima manifestazione della Città della Cultura della Regione Lazio 2018. Il Consiglio Comunale allargato alla presenza degli altri consigli dei paesi vincitori, ricordando questo tragico avvenimento, pone le basi per un rilancio del nostro territorio. Dopo la grandiosa notizia dell’assegnazione del titolo ci attende una sfida difficile ma che sapremo sicuramente vincere.”

Prosegue il Sindaco Danilo Giovannoli: “Siamo stati lieti di accogliere l’invito dell’amministrazione Sanna a partecipare al Consiglio Comunale straordinario, convocato in occasione dell’ ottantesimo anniversario dello scoppio avvenuto presso la BPD di Colleferro. La commemorazione è inquadrata nella cornice del progetto “Città della Cultura della Regione Lazio 2018″, che ci vede partecipi insieme ai comuni di Colleferro, Artena, Valmontone e Paliano. L’anno in corso ci darà la possibilità di mettere in mostra la vita e lo sviluppo culturale del nostro paese; sfrutteremo questo periodo per trasformare completamente la nostra base culturale e, facendo ciò, otterremo grande visibilità. Si tratta di un’ottima opportunità per curare l’immagine e farci conoscere, per attrarre un numero maggiore di turisti e, soprattutto, per ripensare il modello di sviluppo attraverso la cultura”.