Le sigle sindacali Filctem CGIL – UIL Uiltec – Ugl Energia, hanno diramato un comunicato riguardante ancora una volta i lavoratori di Lazio Ambiente. Ecco cosa dice:
“E’ per dovere verso i colleghi che vogliamo nuovamente porre in risalto la confusione e il malcontento che regnano sovrani negli animi dei LAVORATORI di Lazio Ambiente e nello specifico di quelli facente parte del comparto dei termovalorizzatori.
Una condizione mentale e fisica che rischia di diventare una vera e propria malattia professionale.
I LAVORATORI si sentono abbandonati a loro stessi e vedono giorno dopo giorno scivolare via la loro sicurezza lavorativa e frantumare la loro dignità. Ricercare le colpe di tutto questo non è troppo difficile, perché sono ben noti ai LAVORATORI e all’opinione pubblica i fautori di tale condizione.
Partiamo dal responsabile maggiore e più “famoso”…la Regione Lazio, che con i suoi continui ripensamenti e decisioni non prese ha portato la società Lazio Ambiente (100% partecipata dalla stessa Regione Lazio) al collasso economico e finanziario.
Al secondo posto ci sono i comuni, NESSUNO ESCLUSO (ad oggi non risulta alcun comune che sia in regola con i pagamenti) che non versano quanto dovuto per i servizi ricevuti nelle casse della società Lazio Ambiente.
Al terzo posto, ma non meno incisivo e responsabile c’è il management della società Lazio Ambiente, più volte chiamato in causa (dalla Regione e dai sindaci) ma mai toccato minimamente da nessun provvedimento di qualsiasi natura. Dirigenti che sono sulla bocca di tutti in quanto hanno percepito e continuano a percepire (a differenza dei LAVORATORI che sono stati messi in cassa integrazione) emolumenti d’oro (basta visitare il sito ufficiale di Lazio Ambiente http://www.lazioambientespa.it/operazione-trasparenza-indice/organigramma.html).
Dirigenti che non possono non essere responsabili dell’’attuale situazione aziendale, in quanto se si rischia di perdere posti di lavoro e se ogni mese non si pagano gli stipendi, i contributi previdenziali, le cessioni del quinto in modo puntuale, la responsabilità è in quota parte anche la loro.
Ad oggi non risulta nessun atto legale propedeutico alla riscossione dei crediti vantati nei confronti dei comuni (tranne la telefonata di routine fatta ai sindaci, che ormai non hanno più nessuna intenzione di pagare),
Non risulta alcuna denuncia da parte del nostro Amministratore nei confronti del sindaco del comune di Colleferro, un atto che è a nostro avviso è prerogativa di un Amministratore che deve tutelare i beni pubblici a lui affidati. Con le sue delibere (tutte rese nulle dal TAR del Lazio) e le sue azioni plateali il Sindaco Sanna ha di fatto bloccato il revamping degli impianti di termovalorizzazione impedendo così la loro ripartenza e accelerando il declino economico e finanziario della società Lazio Ambiente in quanto, gli impianti erano e potevano essere insieme alla discarica gli unici asset che potevano assicurare ricavi all’azienda. Con il NON DENUNCIARE il nostro Amministratore sta di fatto contribuendo a buttare nel “cesso” circa 12 milioni di euro frutto della ricapitalizzazione societaria (soldi interamente versati dalla Regione Lazio e quindi da noi cittadini).
Questo management continua a chiedere sacrifici economici e lavorativi ai LAVORATORI, ma mai finora ha preso in considerazione il fatto di ridurre (su base volontaria) i propri emolumenti.
E’ proprio questo che ci indigna ancor di più, perché, se vedessimo sacrifici a 360° forse saremmo disposti per l’ennesima volta ad accettare le decisioni societarie di andare a prestare servizio di raccolta e spazzamento (come da esperienze precedenti in assenza di condizioni organizzative minime) e per giunta in quei comuni che ancora oggi non pagano.
Non ravvisiamo in questo provvedimento nessuna utilità se non un puro spot elettorale con la fatica dei colleghi o la ricerca disperata di qualche dirigente di riciclarsi nel fantomatico mini consorzio.
Tutto quanto sopra esposto si svolge in assenza totale di rispetto dei rapporti sindacali nonostante in sede regionale la proprietà abbia più volte invitato le parti ad una maggiore condivisione degli atti.
I LAVORATORI sono stanchi, vivono una situazione di continui dilemmi, senza certezza economica, non ricevendo ancora lo stipendio e per giunta non avendo alcuna notizia sul quando e come lo percepiranno. Comportamento ancora una volta non corretto nei confronti di tutti quegli uomini e donne che puntualmente ogni giorno continuano a prestare il loro servizio in un’azienda che è ormai il fantasma di quello che ognuno di loro immaginava.”