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Caccia, Antonucci: “Il settore venatorio della Provincia di Frosinone versa in gravi condizioni”

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Renato Antonucci si appella alla politica e lancia alcune proposte di riforma riguardante la caccia nel Lazio:

Un appello a tutte le forze politiche di qualsiasi schieramento a tenere in debita considerazione il problema dei cacciatori nel Lazio.

A rivolgerlo, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, è Renato Antonucci, membro dell’ATC FR1 in quota enti locali (Comune di Frosinone) e tesserato ANUU, che intende portare all’attenzione delle istituzioni le gravi difficoltà in cui versa il settore in provincia di Frosinone: “Mai come negli ultimi anni – spiega Antonucci – c’è stata e persiste tuttora, grande tensione e conflittualità tra gli ATC ed i cacciatori. Ciò ha portato all’assegnazione sbagliata, o ritardata e in alcuni casi omessa del tutto, delle aree di caccia al cinghiale ad alcune squadre. Non è possibile che gli ATC costringano i propri associati (che pagano quote annuali) a rivolgersi ad avvocati per vedersi riconosciuti i diritti essenziali.

Chiedo alla politica di intervenire per riportare ordine all’interno del settore dando maggiore incisività agli ADA (Area Decentrata Agricoltura) provinciali e mettere fine all’attuale gestione caotica ed approssimativa. I cinghiali continuano a danneggiare i terreni mettendo in pericolo le persone ed aumentando sempre di più la presenza sul nostro territorio. Ad oggi il mondo della caccia non ha saputo né voluto combattere questo fenomeno che causa milioni di danni agli agricoltori”.

La seconda proposta riguarda la riforma degli stessi ATC: “Sarebbe opportuno abolirli perché ormai obsoleti e ricreare dei Comitati Tecnici Faunistici Provinciali, con un rappresentate per ogni associazione riconosciuta, cui affidare la gestione del mondo venatorio. Sarebbe un atto democratico che riporterebbe serenità nel settore. La seconda opzione potrebbe essere quella di un solo ATC in luogo degli attuali due con la riduzione del numero dei componenti dell’Assemblea (da portare a 50) e del direttivo (da costituirsi con un rappresentate per ogni associazione riconosciuta presente sul territorio che dia prova di aver operato secondo il proprio statuto). L’obbligo della convocazione dell’Assemblea almeno due volte l’anno o quando ne faccia richiesta uno dei soci in presenza di una comprovata situazione di criticità.

L’obbligo per gli ATC di avvalersi, come loro sedi, delle strutture gratuite degli ADA provinciali o delle Province, con notevole risparmio economico che potrebbe da una parte andare ad abbattere l’importo della tassa che i cacciatori devono pagare e dall’altro ridurre o eliminare quella per il controllo sanitario degli organi interni degli animali abbattuti da corrispondere ai veterinari. Con l’occasione vorrei rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le forze dell’ordine (in particolare al Commissariato di Sora e Cassino ed all’Ufficio Centrale della Questura) per l’impegno che hanno sempre dimostrato nella gestione delle pratiche per il primo rilascio o per il rinnovo delle licenze di caccia. Senza dimenticare, infine, tutti quei politici che, negli ultimi anni, hanno dimostrato di avere a cuore le esigenze del mondo venatorio.