Riceviamo e pubblichiamo.
Referendum Sociali – Valle del Sacco
La primavera dei diritti e della democrazia
Vogliamo promuovere la costituzione del Comitato locale Alta Valle del Sacco per i Referendum Sociali per una grande campagna di raccolta firme contro la ripresa dei processi di privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni.
Invitiamo i Cittadini, i Movimenti, le Associazioni, i Comitati, le Organizzazioni Sindacali e Politiche che vogliono sostenere i sei Referendum sociali e la petizione popolare sui beni comuni a:
– aderire al costituendo Comitato e/o Coordinamento
– collaborare attivamente alla organizzazione dei banchetti
– partecipare con idee e proposte alla preparazione di iniziative per raccogliere le firme
– sottoscrivere i Referendum Sociali in occasione di banchetti in piazza.
Chi vuole aderire e dare la propria disponibilità nelle tante attività da promuovere e organizzare può rivolgersi ai nostri contatti riportati in chiusura.
Abbiamo tre mesi di tempo per portare avanti la raccolta nazionale di 500.000 firme (autenticate per tutti i quesiti), necessarie per indire, nella primavera del 2017, sei Referendum ed una Petizione Popolare al Parlamento.
A livello regionale dobbiamo raccoglierne circa 68.000, un obiettivo ambizioso che richiede un grande impegno sociale e una vasta mobilitazione sui territori.
Per raggiungere l’obiettivo di un progetto unico, che evidenzi l’importanza vitale di questi temi per tutta la nostra comunità, dobbiamo realizzare un’ampia alleanza sociale dei movimenti per la salvaguardia della scuola pubblica, acqua pubblica, tutela ambientale e salute delle generazioni future, una difesa che richiede il contributo di tutte le forze sociali: Cittadini, Movimenti, Associazioni, Comitati, Organizzazioni Sindacali e Politiche.
Ricordiamo che lo scorso 13 marzo a Roma si è costituito in difesa dei beni comuni il Comitato per i referendum sociali ed il 9 aprile è iniziata la campagna nazionale per la raccolta firme.
Per il prossimo appuntamento Associazioni, Comitati e Sindacati vi attendono lunedi 25 aprile, in Piazza Pier Gobetti a Colleferro, dalle ore 15,00 alle ore 20,00.
A seguire sarà possibile firmare presso i banchetti di cui daremo informazione e presso l’ufficio preposto dal Comune di Colleferro successivamente alla pubblicazione sull’albo pretorio o negli altri Comuni che daranno la disponibilità.
Contatti locali per Alta Valle del Sacco, [email protected]
Contatti Nazionali, [email protected] , www.referendumsociali.info
Quesito art. 35 Sblocca Italia, [email protected]
Valle Del Sacco, 24 aprile 2016
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Sintesi dei referendum sociali
Scuola
1 – Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nella sede
2 – Abrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione
3 – Abrogazione di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro
4 – Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private
I 4 quesiti sulla scuola vogliono cancellare i seguenti punti.
– I poteri discrezionali del dirigente di scegliere i docenti, di confermarli o mandarli via dopo un triennio e di premiarli per un presunto “merito”, con il pericolo di gestioni clientelare delle assunzioni e di limitazione della libertà di insegnamento;
– L’obbligo per le scuole di fare almeno 400/200 ore di alternanza scuola-lavoro, che riduce l’insegnamento a favore di attività che spesso diventano lavoro gratuito e imposizione agli studenti di prestazioni dequalificate;
– La possibilità di effettuare donazioni a singole scuole, con il rischio di finanziamenti privatistici, competizione tra le scuole, disuguaglianze e favori fiscali a coloro che frequentano istituti privati.
Firmare significa schierarsi a favore di pluralismo di idee e metodologie, collaborazione democratica negli organi collegiali, piena autonomia delle scuole nel decidere il proprio Piano dell’Offerta Formativa, erogazioni di fondi all’intero sistema nazionale di istruzione.
Trivelle Zero
Il quesito sulle trivelle vuole cancellare i riferimenti a certe zone dell’Italia che limitano le attività petrolifere esclusivamente in quei luoghi, in modo da render applicabile il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a tutta Italia, per i nuovi interventi in terraferma e in mare al di fuori delle 12 miglia. Dopo il referendum del 17 aprile contro le concessioni già esistenti in mare nelle prime 12 miglia, un quesito sui progetti nella restante parte del territorio italiano.
Non riguarda le concessioni già assegnate dallo Stato, perché colpirle lo avrebbe reso inammissibile.
Firmare significa voler bloccare tutti i nuovi progetti di perforazione e estrazione, ridurre devastazioni e problemi di salute connessi ai progetti petroliferi che in cambio di una quota risibile di idrocarburi sono destinate a produrre straordinarie devastazioni ambientali. Blocco delle prospezioni per indurre ad una strategia energetica fondata sullo sviluppo delle rinnovabili e la riduzione dei consumi, unica risposta possibile alla crisi climatica che avanza. Le attuali richieste dei petrolieri per nuove concessioni in terraferma e in mare sono oltre 100, su vastissime aree del Paese. Fermiamole!
Inceneritori
Bloccare il piano per nuovi e vecchi inceneritori
Il quesito sugli inceneritori vuole cancellare:
– La loro classificazione come infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
– Potere del governo di decidere localizzazione e capacità specifica di 15 nuovi impianti e quello di commissariare le Regioni inottemperanti
– L’obbligatorietà di potenziamento al massimo carico termico e di riclassificazione a recupero energetico degli inceneritori esistenti
– La possibilità di produrre rifiuti in una Regione e incenerirli in un’altra
– Il dimezzamento dei termini di espropriazione per pubblica utilità e la riduzione dei tempi per la Valutazione di Impatto Ambientale.
Firmare significa schierarsi per la tutela di salute e ambiente; restituire ai cittadini il diritto di decidere sul territorio e alle Regioni il potere di programmazione e gestione in merito ai rifiuti; puntare sul riciclo e sull’Economia Circolare.
Beni Comuni
Petizione popolare per legiferare in materia di diritto all’acqua e di gestione pubblica e partecipativa dei beni comuni, dei servizi di pubblica utilità
Il governo Renzi vuole privatizzare servizio idrico e servizi pubblici locali, contro il risultato del referendum del 2011.
Il Parlamento sta eliminando ripubblicizzazione e gestione partecipativa del servizio idrico dalla nostra legge d’iniziativa popolare sulla gestione pubblica dell’acqua.
Il decreto attuativo della legge Madia sulla riorganizzazione della PA riduce la gestione pubblica dei servizi ai casi di stretta necessità e la vieta per quelli a rete; in sostanza consegna ai privati, anzi ad un pugno di società oligopoliste, la gestione di tutti servizi pubblici; reintroduce l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito nel calcolo delle tariffe, sottrare ogni potere ai cittadini e agli enti locali di decidere autonomamente nella gestione di beni comuni.
Firmare significa riconoscere che l’acqua è un bene comune, schierarsi per il ritiro dei decreti attuativi su aziende partecipate e servizi pubblici locali, per l’attuazione della legge di iniziativa popolare sull’acqua e per il diritto all’acqua in Costituzione.