È di questi giorni la notizia del ritrovamento delle ossa fossilizzate di un dinosauro sulle estreme propaggini meridionali dei Monti Prenestini, precisamente a Rocca di Cave. Abbiamo chiesto lumi alla direttrice del Museo Naturalistico di Capranica Prenestina, Dott.ssa Rosaria Olevano, esperta di palentologia, la quale ci ha rilasciato questa intervista esclusiva.
Dott.ssa Olevano, da qualche giorno sugli organi di stampa locali e nazionali di settore è emersa la notizia del ritrovamento dei resti fossili di un dinosauro sui Monti Prenestini. Ci conferma la notizia? Di che rettile parliamo precisamente?
La notizia è stata confermata dal più autorevole esperto del mondo dei dinosauri italiani: il paleontologo Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano. I resti ossei, risalenti a 112 milioni di anni fa, appartengono a un sauropode del gruppo dei Titanosauri, dinosauri erbivori quadrupedi dal collo lungo: per intenderci assomiglia al più famoso Diplodoco (Arlo dei cartoni animati!). La scoperta è eccezionale perché è il primo rinvenuto in Italia e il più antico rappresentante del gruppo dei Titanosauri in Europa meridionale. Al nostro amico prenestino, come di consueto per i rinvenimenti di carattere eccezionale, è stato dato un nomignolo: Tito.
In che modo è stato ritrovato il nostro Tito?
Generalmente le scoperte avvengono in due modi: la prima è mediante sondaggi archeologici per la costruzione di opere edilizie o stradali (come è il caso dei resti di cranio dell’uomo di Ceprano); molto spesso però le scoperte sono del tutto casuali (è il caso del sito pleistocenico con resti di elefanti nel centro abitato di Colleferro). Questo ritrovamento appartiene senz’altro alla seconda categoria! Il sig. Antonio Bangrazi stava costruendo il muretto a secco mediante l’utilizzo di pietra locale quando si è accorto della presenza di fossili. D’altra parte il sig. Bangrazi abita a Rocca di Cave, la scogliera fossile dei Monti Prenestini!
A quale epoca possiamo datare la vita del titanosauro ritrovato?
Dai pochi resti rinvenuti (parti del bacino e una vertebra della coda) il paleontologo ha tratto numerose informazioni: era un individuo giovane, lungo circa 5/6 metri e pesava 600/700 Kg. Questo gruppo di dinosauri erbivori poteva raggiungere grandi dimensioni; ad esempio, in Patagonia nel 2005, dopo 9 anni di scavo, è stato messo in luce il più grande dinosauro al mondo appartenente a questo gruppo: il Dreadnoughtus schrani. Questo gruppo comprende gli ultimi sauropodi, evolutisi prima della grande estinzione di massa di fine Cretaceo, avvenuta circa 65 milioni di anni fa.
Al momento dove si trovano le ossa di Tito?
Le ossa si trovano nel Museo di Storia Naturale di Milano. Si tratta di materiali che rivestono un’importanza strategica per ricostruire le dinamiche di popolamento dell’area italiana da parte di questi misteriosi animali. Spero che un domani torneranno sui Monti Prenestini almeno in forma di calco e ricostruzione.
Perché la scoperta ricopre una valenza straordinaria? Aggiunge nozioni importanti alla paleontologia e alla paleogeografia?
La scoperta è eccezionale perché finora non se ne aveva sentore di ritrovamenti di fossili di dinosauri da queste parti; ci sono le impronte di Esperia e quelle di Sezze, ma vere e proprie ossa non sono mai state trovate. Sicuramente questo ritrovamento segnerà una svolta sugli studi geopaleontologici dell’area, almeno in un’ottica diversa.
La scoperta, secondo Lei, aggiunge valore al nostro territorio?
Sicuramente! L’area dei Moti Prenestini è di per sé un territorio importante dal punto di vista paleontologico e geologico: camminando da Rocca di Cave a Guadagnolo si possono osservare tutti i passaggi che dalla scogliera portano al mare profondo; noi, come museo, da anni facciamo passeggiate per far capire alla persone la vera ricchezza di questo territorio, perché al cambio di suolo corrisponde anche una diversità floristica e conseguentemente un ambiente diverso. Da anni come Museo dei Monti Prenestini elaboriamo percorsi di conoscenza sulle peculiarità del territorio e lo dimostrano le scuole che, ogni anno, e in numero sempre più numeroso frequentano i nostri laboratori e le nostre sale.
Dove è possibile reperire informazioni utili a riguardo?
Al momento solo da notizie giornalistiche e spero che a breve saranno attivati i consueti canali di divulgazione scientifica che ci consentiranno di avere informazioni più precise al riguardo.
All’interno del Museo Naturalistico di Capranica Prenestina troverà spazio nel prossimo futuro una sezione dedicata a questo sensazionale ritrovamento?
Nel Museo sono già presenti notizie sulla stratigrafia e geologia del territorio, sicuramente avvieremo dei percorsi specifici. Ma su questo argomento il Museo Geopaleontologico di Rocca di Cave avrà sicuramente nel prossimo futuro uno spazio apposito dove potrete ammirare non solo i resti ma anche una sua ricostruzione.
Il nostro territorio si arricchisce dunque di questo importantissimo ritrovamento di valore inestimabile: il dinosauro Tito.