Tutto è bene quel che finisce bene. Nel tardo pomeriggio di ieri, domenica 18 febbraio 2018, Davide Vincenzotti ha fatto rientro a casa per la gioia dei genitori e delle due sorelle, che nel corso delle 36 ore precedenti avevano diffuso svariati appelli sui social network affinché chiunque avesse avuto notizie del fratello potesse fornire qualche elemento prezioso ai fini della ricerca.
Una mobilitazione di massa che si è rivelata determinante per il ricongiungimento di Davide con i suoi cari, visto che il 15enne è stato rintracciato proprio da un gruppo di amichetti mentre si trovava a Velletri, all’altezza del Ponte Rosso, probabilmente stanco e spaesato dopo due giorni passati a girovagare tra i Castelli Romani e la zona di Roma Anagnina.
Una fuga improvvisa, figlia probabilmente dei contrastanti sentimenti che ognuno di noi prova nell’età adolescenziale, anche se certamente la paura e il clamore mediatico suscitati da questa misteriosa scomparsa avevano fatto si che il fenomeno si espandesse a macchia d’olio, toccando le corde più sensibili di molte persone. Per una giornata abbondante Davide è stato fratello o figlio di chiunque abbia condiviso l’ansia della famiglia, tirando un lungo sospiro di sollievo alla notizia del suo ritrovamento.
In un’era dove i social network vengono – talvolta a ragione, altre a torto – spesso bistrattati, abbiamo dunque assistito ad una rivincita del mezzo tecnologico, il quale se usato con la giusta perizia può apportare un significativo valore aggiunto alla vita di tutti i giorni. Come accade in tutte le circostanze, gli strumenti a nostra disposizione apportano benefici solo se siamo noi ad usarli con la dovuta perizia.
Ora che Davide è tornato a casa e avrà parlato dei motivi della fuga con la sua famiglia (chiamata ora più che mai a stare vicina al giovane per cercare di carpirne eventuali timori sinora celati), si sarà certamente reso conto della potenza mediatica della sua fuga, “riflessa” da migliaia e migliaia di “S.O.S” dell’era moderna, rintracciabili nel tasto “condividi” che appare in qualsiasi finestra del nostro mondo virtuale. Un’esperienza che, in un modo o nell’altro, gli avrà insegnato qualcosa e lo aiuterà a fargli capire l’esatta dimensione di alcuni gesti.