Nove mesi di complesse indagini, appostamenti e strumenti tecnici, hanno condotto la polizia locale di Roma Capitale, a fare irruzione questa mattina, su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, in un appartamento in zona Borghesiana al fine di acquisire il materiale probatorio su un organizzazione Nigeriana dedita allo sfruttamento della prostituzione.
L’operazione, tutt’ora in corso, ha alzato un velo sull’inquietante storia delle ragazze su strada (considerate parti offese), che, come emerso dalle indagini, venivano vendute, alcune delle quali minori, dalle stesse famiglie oppure offerte come risarcimento per debiti non pagati in patria, all’organizzazione criminale. Sul territorio italiano, la gestione delle ragazze era affidata a maitresse di sesso femminile, che ne curavano contabilità e controllo, mentre agli affiliati di sesso maschile, erano affidati i compiti punitivi in caso di inadempienze.
In collaborazione con gli operatori del programma “Roxane”, che si occupa di protezione alle vittime della tratta, questa mattina I caschi bianchi, coordinati dal Vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta, hanno provveduto a rendere finalmente libere le ragazze, sequestrando I libri contabili della banda e la somma di 8000 euro in contanti. Le ragazze, che per non dare nell’occhio venivano fatte prostituire nel Frusinate, oltre alle violenze fisiche, subivano intimidazioni e minacce di riti voodoo, che ha reso necessario il supporto psicologico nella successiva fase di assistenza alle stesse.