Il 20 marzo 2018 il ministero della Salute ungherese ha inviato una comunicazione al sistema si allerta rapido europeo (Rasff) segnalando il ritiro dal mercato magiaro di una marca di acqua minerale naturale in bottiglia proveniente dall’Italia contaminata che emana odore anomalo.
La segnalazione (Dettagli di notifica – 2018.0748) è pubblica solo perchè le bottiglie sono esportate in Ungheria e in questi casi la norma europea prevede l’obbligo di informare il Rasff. Nello specifico il Ministero ungherese ha deciso di sospenderne la vendita avviando il 06/03/2018 il campionamento per una nuova serie di analisi. L’acqua, infatti, in base ai dettagli della notifica emana una puzza di cui non si capisce l’origine. In Italia non c’è stata nessuna comunicazione, nulla è stato detto ai consumatori che non hanno alcun modo per scoprire quale sia il marchio e il lotto delle bottiglie sotto accusa. Certo tutto lascia supporre che il pericolo non sia grave, ma diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini.
In altri Paesi europei le notizie delle allerta vengono divulgate in rete da parte delle stesse aziende o da parte delle autorità sanitarie che le raccolgono e le diffondono. In Italia solo la Valle d’Aosta fornisce le informazioni sui prodotti sottoposti ad allerta e al ritiro che transitano sul territorio regionale. Dato che ad oggi non si conosce la causa del cattivo odore e di un sapore altrettanto poco gradevole, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda massima allerta, in attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione “Avvisi di sicurezza” i lotti, il produttore ed il nome dell’acqua minerale naturale interessata dal richiamo dal mercato europeo e non solo.