Cronaca

Roma, riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni: 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Concorso per arruolamento di 66 allievi ufficiali all'accademia della Guardia di Finanza: requisiti e come partecipare al bando

GUARDIA DI FINANZA. ROMA: 5 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE PER RICICLAGGIO E TRASFERIMENTO FRAUDOLENTO DI BENI.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, all’esito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 5 soggetti accusati, a vario titolo, di riciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, trasferimento fraudolento di beni e accesso abusivo a banche dati di rilevanza nazionale.

Il dominus del sodalizio criminale è A. C., imprenditore già noto alle cronache giudiziarie per aver “dato vita – come si legge nel provvedimento – a decine di società nazionali ed estere utilizzate per commettere reati in materia finanziaria, bancarotte per distrazione, truffe aggravate ai danni di enti pubblici, corruzione di pubblici funzionari”.

Nel 2014 C. era stato tratto in arresto dalle Fiamme Gialle di Roma per bancarotta fraudolenta, in relazione al fallimento di numerose società operanti in ambito nazionale e internazionale, prevalentemente nel settore delle costruzioni edilizie e degli appalti pubblici.

Parallelamente, gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma avevano svolto indagini all’esito delle quali la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha disposto, sempre nel 2014, il sequestro di beni riconducibili alla famiglia dell’imprenditore per un valore complessivo di circa 150 milioni di euro.

Gli arresti eseguiti costituiscono l’epilogo di ulteriori approfondimenti investigativi disposti dalla Procura della Repubblica capitolina, basati sulla ricostruzione dei flussi finanziari e della fitta rete di “schermi” societari, da cui è emerso che C. e i suoi sodali sono riusciti a riciclare i proventi derivanti dai fatti di bancarotta contestati in passato, reinvestendoli nel circuito dell’economia legale attraverso numerose società operanti nel settore delle costruzioni edilizie, aventi sede in Italia e nel Principato di Monaco. In tale ambito alla moglie del protagonista della vicenda, anche lei destinataria della misura cautelare e al momento all’estero, viene contestato il riciclaggio della somma di oltre 800 mila euro.

All’esito delle indagini, il G.I.P. ha emesso l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere per tutti i 5 indagati. Nei confronti dei due soggetti allo stato irreperibili sono in corso le attività per il rintraccio anche all’estero.
Il “socio in affari” M. S. e un altro soggetto attualmente irreperibile, si sono prestati all’intestazione fittizia delle quote societarie per consentire a C. di vanificare gli effetti della misura di prevenzione patrimoniale.

Sconcertante – osserva il Giudice – è il numero delle società create per realizzare scopi illeciti attraverso condotte di rilevante gravità ove si consideri I’entità, anche riflessa e collaterale, dei danni economici e finanziari – capaci di incidere sul tessuto sociale di una popolazione divenendone agenti criminogeni – quali derivano da crimini economici di siffatta portata”.