Da quanto risulta emergere dall’ultimo vertice Agcm, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha confermato le misure cautelari adottate in via d’urgenza in data 21 marzo 2018 nell’ambito del caso di un’intesa restrittiva della concorrenza tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. I principali operatori telefonici avrebbero, anche tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, coordinato la propria strategia commerciale relativa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi introdotti dall’articolo 19 del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017).
L’Autorità ha ritenuto fondata l’ipotesi istruttoria di un coordinamento tra le Parti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla legge 172/2017. In particolare, le Società di telefonia avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13. Pertanto, al fine di evitare il prodursi di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha confermato il proprio provvedimento di adozione di misure cautelari, in ottemperanza al quale gli operatori devono sospendere l’attuazione del repricing e definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti.
“L’Associazione CODICI continuerà a tutelare i consumatori dato che su questa partita della telefonia il consumatore deve essere informato – ha dichiarato il Segretario Nazionale Ivano Giacomelli. Ad oggi – prosegue il Segretario Nazionale – rimane fermo il fatto che gli operatori telefonici devono tornare alla fatturazione mensile senza riversare altre spese a carico dei clienti.
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