Ecco la lettera di Gregorio Narda, amministratore unico di Lazio Ambiente, che scrive ai dipendenti della stessa azienda:
Gentilissimi, come sapete, alla data odierna non siamo ancora riusciti a pagare interamente le retribuzioni dello scorso mese di marzo e pochissimi giorni fa, visto il protrarsi dell’attesa, preso atto della indisponibilità della somma necessaria allo scopo, abbiamo provveduto a corrispondere una anticipazione forfettaria dell’importo di € 1.000,00 (mille) per i dipendenti a tempo pieno e di € 500,00 (cinquecento) per quelli a tempo parziale.
Di ciò la direzione aziendale ne ha già dato conto. Ovviamente quando divulghiamo notizie di questo genere, lo facciamo solo per informarvi puntualmente di ogni sviluppo della situazione – come riteniamo sia doveroso fare – proprio perché siamo consapevoli dei disagi concreti che questi ritardi procurano a Voi e alle Vostre famiglie e per questo sinceramente amareggiati. Pare però che – sulla difficile situazione in cui operiamo e sugli sforzi che tenacemente facciamo ogni giorno – non altrettanta consapevolezza abbiano coloro che su questa materia lanciano accuse minacciose ed ingenerose, se non del tutto infondate, allo scrivente e a tutta la direzione aziendale.
Forse è utile, a proposito di stipendi e risorse finanziarie, fare un po’ di chiarezza. Pur con ricorrenti ritardi, anche negli ultimi mesi abbiamo sempre e comunque (doverosamente!) assicurato il pagamento delle retribuzioni, sebbene – come già più volte fatto osservare anche a tutti 2 Voi – i ricavi annui della Società, senza voler considerare gli endemici ritardi di alcuni Comuni, sono ormai provenienti esclusivamente dai servizi di “raccolta e spazzamento” e quantitativamente quasi appaiati al solo costo annuo del Personale.
Da ultimo, giustamente, lavoratori e rappresentanti sindacali hanno più volte sollecitato la Società ad assolvere agli obblighi contributivi e previdenziali, qualche volta persino agitando incomprensibili diffide ed azioni legali. Ebbene, in questo primo scorcio del 2018, con uno sforzo straordinario, abbiamo ridotto in maniera molto molto significativa (e in qualche caso azzerato) i debiti arretrati per ritenute fiscali, cessioni di credito, oneri contributivi e previdenziali: per queste voci, relativamente al 2017, in tre mesi abbiamo pagato infatti (verso Fisco, Inps, Previambiente, Pegaso, eccetera) un importo complessivo di oltre due milioni di euro! E al momento, contrariamente a certi ingiustificati allarmismi, risultano sanate numerose situazioni debitorie.
Per esempio, le cessioni di credito (del c.d. Quinto dello stipendio) sono state tutte corrisposte fino al mese di febbraio 2018, e quelle relative a marzo lo saranno al momento (ormai prossimo) della integrazione delle retribuzioni di quel mese; le quote sindacali, analogamente, sono state tutte pagate fino a febbraio 2018; i contributi Inps sono stati interamente pagati fino al gennaio 2018; quelli di Pegaso fino al 31 dicembre 2017 e quelli di Previambiente fino a novembre 2017. Tutto ciò non esclude che permane una rilevantissima sofferenza finanziaria che impedisce di completare a breve il saldo di tali debiti, ma non si può disconoscere quanto abbiamo fatto.
Né si può disconoscere che se la “coperta è corta” (ed ovviamente è molto corta, e non per nostra responsabilità) è impossibile assolvere a tutte le necessità nei tempi canonici. Ed arriviamo al ritardo (e all’imminente saldo) dell’ultima retribuzione mensile. Abbiamo atteso qualche settimana, dopo la scadenza ordinaria del 27 marzo, nella speranza che – come da più parti promesso – la nostra tesoreria incassasse l’intera cifra necessaria. Quando poi tre giorni fa, il 17 aprile, abbiamo avuto la consapevolezza che la situazione non si sarebbe risolta con immediatezza, sollecitati a farlo anche da lavoratori e rappresentanti sindacali, abbiamo optato per la corresponsione di una anticipazione forfettaria.
Contestualmente, nella stessa giornata, a fronte del concreto pericolo che da parte di costoro si attivassero azioni di blocco delle nostre attività, abbiamo analogamente riconosciuto a pochissimi 3 fornitori strategici alcuni modesti ratei dei loro crediti, per un importo complessivo pari ad 1/3 di quello impegnato per le anticipazioni stipendiali e che comunque sarebbe stato insufficiente ad integrare il completo pagamento degli stessi stipendi. Questa è la realtà dei fatti.
E io continuo a credere, forse ingenuamente, che ai fatti bisognerebbe attenersi, anche per affrontare – insieme! –, con la necessaria determinazione e lucidità, la difficile situazione in cui ci dibattiamo. Tutti. Oggi, infine, venerdì 20 aprile, abbiamo avuto notizia del pagamento in corso di una nostra fattura di importo sufficiente a completare la corresponsione delle intere retribuzioni di marzo per tutte le categorie di dipendenti; considerando che il flusso finanziario dovrà essere “lavorato” (dalla banca) lunedì 23 aprile, riteniamo che nella giornata successiva di martedì 24 marzo i dipendenti dovrebbero già incassare (sui propri conti bancari individuali) quanto a loro dovuto.
Spero, comunque, che tutti Voi abbiate condiviso con convinzione quello che ho già avuto modo di dichiarare: <<abbiamo sempre agito verso tutti i creditori con estremo equilibrio, privilegiando sempre e comunque il Personale, consapevoli, però, che una prolungata sofferenza dei crediti da parte dei fornitori poteva (e può) portare al collasso dell’azienda e dunque dell’unica leva che abbiamo per poter continuare a garantire i posti di lavoro e le retribuzioni>