Era formalmente un minimarket, anche se, di fatto, era diventato un centro di spaccio di stupefacenti in grado di fornire ogni tipo di droga. Ad insospettire i poliziotti del commissariato Borgo, diretto da Michele Peloso, il fatto che, spesso, chi entrava nel minimarket ne riusciva senza avere, in apparenza, acquistato nulla.
Dopo alcuni giorni di appostamento, gli agenti sono riusciti a ricostruire i traffici illeciti. Avendo individuato il fornitore della droga, hanno atteso che lo stesso si presentasse presso l’esercizio commerciale e hanno fatto scattare il controllo.
Sotto la cassa veniva rinvenuta una scatola, all’interno della quale vi erano due “stecche” di hashish, un bilancino di precisione ed oltre 200 bustine vuote, idonee al confezionamento delle singole dosi. La droga era stata appena consegnata ad A.R., nato in Bangladesh, di 26 anni, da A.L.A., egiziano di 27, indosso al quale è stato rinvenuto anche il corrispettivo delle vendita, 3 banconote da 50 euro.
A confermare i rapporti tra i due i messaggi rinvenuti sui rispettivi smartphone, dove veniva fatto esplicito riferimento alla costante compravendita di stupefacenti tra i due. Inoltre, nel sottoscala dell’esercizio commerciale, sono state rinvenute “pipette” e carta stagnola, il che farebbe ritenere che il locale era divenuto un luogo utilizzato dai tossicodipendenti per consumare eroina e crack.
Al termine, pertanto, i due sono stati arrestati. Dovranno rispondere di detenzione al fine di spaccio di stupefacenti.
(IMMAGINE D’ARCHIVIO)