Il Tar del Lazio ha accertato l’inottemperanza della Regione Lazio che, come da precedente pronuncia del tribunale amministrativo del 7 marzo 2016, avrebbe dovuto indicare alla Rida Ambiente un invaso all’interno della Regione Lazio dove conferire gli scarti del trattamento biologico meccanico attuato nel proprio stabilimento. Ora , scrivono i giudici “La Regione Lazio deve dare esecuzione nel termine di 60 giorni dalla notificazione, alla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio numero 2902 del 07.03.2016”.
In caso di inadempienza sarà il prefetto di Roma o un funzionario da lui delegato, ad adottare gli atti di esecuzioni necessari.
“La battaglia legale è durata cinque anni ma finalmente è stata fatta giustizia – è stato il commento del patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi – All’inizio la Regione Lazio, nonostante il nostro impianto serva attualmente i comuni dell’Ato di Latina, quelli limitrofi di Anzio e Nettuno e diversi comuni del ato di Roma deficitario per una popolazione di circa un milione e 700 mila abitanti, ci aveva vietato di conferire sia in Regione che fuori. Grazie a dure battaglie legali siamo riusciti a svolgere il nostro lavoro conferendo fuori dal territorio laziale, ora finalmente la Regione non ha più scuse. Questa sentenza, però, potrebbe consentire alla direzione ciclo integrato di rifiuti di attuare finalmente la delibera 199/2016 che prevede la riapertura degli invasi di Borgo Montello. Una decisione che manterrebbe inalterato l’asset di monopolio di fatto esistente nella regione, che dura da più di 50 anni, ma che almeno permetterà a noi di svolgere senza ostacoli ingiustificabili il nostro lavoro che attuiamo, giorno dopo giorno, nel rispetto di cittadini e ambiente”.