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Roma, incendio al San Camillo: Codacons presenta esposto in procura. Indagare per concorso in omicidio colposo

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Riceviamo e pubblichiamo

ASSOCIAZIONE CHIEDE DI BLOCCARE L’INVIO DEGLI ISPETTORI MINISTERIALI, INUTILE E POTENZIALMENTE DANNOSO

Il Codacons presenta oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma sul caso dell’incendio scoppiato all’ospedale San Camillo, in cui si chiede di inibire l’accesso agli ispettori ministeriali e di indagare per concorso in omicidio colposo.

“Mandare gli ispettori negli ospedali dopo episodi simili è una scelta ipocrita, del tutto inutile e addirittura potenzialmente dannosa – attacca il Presidente Codacons, Carlo Rienzi, candidato a sindaco di Roma – Il Ministro Lorenzin farebbe bene a predisporre ispezioni e verifiche a tappeto nei nosocomi italiani prima che si verifichino tragedie, allo scopo di accertare il rispetto delle norme e garantire adeguati livelli sanitari ai cittadini”.

Per tale motivo il Codacons chiede di bloccare subito l’invio degli ispettori ministeriali al San Camillo, il cui ruolo sarebbe ora non solo inutile ma potenzialmente dannoso, potendo intralciare il lavoro della magistratura che indaga sul caso o addirittura inquinare le prove. L’associazione depositerà questa mattina un esposto alla Procura di Roma in cui si chiede non solo di inibire l’accesso degli ispettori ministeriali alla struttura e agli atti relativi all’incendio, ma anche di indagare soggetti pubblici quali Ministero della salute e Regione Lazio alla luce della possibile fattispecie di concorso in omicidio colposo, verificando se vi siano state omissioni o carenze sul fronte della vigilanza e della necessaria attività di prevenzione.

AGGIORNAMENTO

CHIESTO DI INDAGARE PER CONCORSO IN OMICIDIO COLPOSO, OMESSA VIGILANZA E OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO

“E’ stato inviato alla Procura della Repubblica di Roma l’annunciato esposto del Codacons sul caso dell’incendio all’ospedale San Camillo che ha determinato la morte di un paziente – ne dà notizia il Presidente Carlo Rienzi, candidato a sindaco di Roma – Nella denuncia l’associazione dei consumatori chiede di estendere le indagini al Ministero della salute e alla Regione Lazio, alla luce delle possibili fattispecie di concorso in omicidio colposo, omessa vigilanza e omissioni di atti d’ufficio”. Si legge nell’esposto del Codacons:

La giurisprudenza ha riconsiderato il rapporto paziente – struttura “in termini autonomi dal rapporto paziente-medico, e riqualificato come un autonomo ed atipico contratto a prestazioni corrispettive al quale si applicano le regole ordinarie sull’inadempimento fissate dall’art. 1218 c.c.”. Conseguenza ne è stata “l’apertura a forme di responsabilità autonome dell’ente, che prescindono dall’accertamento di una condotta negligente dei singoli operatori, e trovano invece la propria fonte nell’inadempimento delle obbligazioni direttamente riferibili all’ente”. In virtù dell’autonomo contratto, che si potrebbe definire di “assistenza sanitaria” o “spedalità”, la struttura deve quindi fornire al paziente una prestazione assai articolata, “che ingloba al suo interno, oltre alla prestazione principale medica, anche una serie di obblighi cd. di protezione ed accessori” […]

L’Ill.ma Procura voglia  prontamente intervenire in relazione alla su esposta vicenda, al fine di tutelare la  salute pubblica e punire i responsabili di eventuali illeciti, accertando se la situazione denunciata possa celare un concreto ed effettivo rischio di un grave danno alla salute della collettività e il maggior pericolo a cui la stessa potrebbe essere esposta a causa del protrarsi del tempo senza un effettivo e risolutivo intervento delle autorità competenti –  proprio in virtù di una effettiva assenza di  concrete misure di controllo – specie sul fronte della prevenzione – che possano avere concorso a determinare l’incendio divampato al San Camillo di Roma con conseguente decesso del paziente, con la possibilità del configurarsi di diverse fattispecie penalmente rilevanti dal reato di cui all’art. 328 c.p. reato di rifiuto di atti d’ufficio. omissione; concorso in omicidio colposo, oltre ai reati di omesso controllo e vigilanza, reato contro la salute in violazione dell’art. 32 della Costituzione, inosservanze delle norme in materia di sicurezza che è penalmente perseguibile, indipendentemente dal verificarsi dell’infortunio, costituendo reato di pericolo, per il quale opera una presunzione assoluta di responsabilità,  a carico del Ministero della Salute, della Regione Lazio, delle istituzioni locali, delle strutture ospedaliere e a tutti i soggetti, privati e/o istituzionali, addetti ad attività di controllo e di sicurezza e ogni fattispecie criminosa che venisse individuata dalla S.V. a carico di coloro che risulteranno responsabili chiedendo l’esercizio dell’azione penale”.