Una legge per promuovere e garantire tutele e diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali: la scriveremo entro i primi 100 giorni di mandato e siamo contenti perché vogliamo porre fine a un limbo dei diritti che rischia di popolarsi sempre di più nei prossimi anni. Questo l’annuncio di Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio che, come riportato in diverse interviste e sul suo sito, vuole essere il pioniere di un dibatto politico nazionale sui lavoratori della così detta economia dei lavoretti. La Gig Economy, un mondo governato dalle piattaforme digitali, conosciuto e utilizzato soprattutto per ordinare pranzi e cene dal proprio smartphone. A consegnare a domicilio le ordinazioni ci pensano loro: i riders, i ciclofattorini con le pettorine di Foodora, Deliveroo, Just Eat e Glovo.
Sono solo alcuni dei colossi digitali di food delivery che usufruiscono di una schiera di lavoratori in bici e in motorino. Non dipendenti, ma lavoratori autonomi, pagati per lo più a consegna, con poche tutele e costantemente monitorati da un App. Sulla carta sono collaboratori che scelgono quando e come lavorare, nella realtà sono fattorini, per lo più in bici, che pedalano a cottimo con poche garanzie e scarsi diritti.
La proposta di Zingaretti contiene un salario minimo ai lavoratori, garanzie assicurative e copertura previdenziale. Il primo passo per arrivare a questa legge sarà una consultazione web che partirà il prossimo 25 maggio. Vogliamo un confronto aperto al contributo delle imprese, dei singoli cittadini, degli studiosi, degli stessi lavoratori che hanno sperimentato personalmente questa forma di lavoro. Dichiara Zingaretti. La consultazione – continua il Governatore – si chiuderà il 14 giugno, e il nostro obiettivo è portare in Giunta la proposta di legge entro il 28 giugno.
Dalla settimana prossima iniziano gli incontri con le aziende
Venerdì 18 maggio, a margine della presentazione del bando Torno Subito, Zingaretti ha detto che la prossima settimana incontrerà le aziende e le piattaforme che lavorano con i Riders. Il 14 marzo c’è stato un incontro con i sindacati, per iniziare a lavorare a una bozza di carta d’intenti su alcune proposte di tutela per i lavoratori della Gig Economy.
Si attende intanto l’incontro più importante, quello con i Riders. Nel frattempo i ciclofattorini continuano le mobilitazioni e si strutturano: da Milano, Torino, passando per Bologna fino ad arrivare a Roma, crescono le associazioni sindacali indipendenti come Deliverance Project e Riders Union.
La Carta di Bologna
Il 13 aprile, grazie a Riders Union Bologna è nata la Carta dei Diritti del Rider: il Comune di Bologna, Cgil e Cisl e Uil hanno sottoscritto un documento contenente diverse rivendicazioni soprattutto in materia di contratti, sicurezza, indennità meteo e abolizione del cottimo. Un lavoro politico e di contrattazione, quello fatto da Riders Union, che ha acceso la luce sulle condizioni lavorative all’interno delle piattaforme digitali.
Noi vogliamo andare oltre -hanno dichiarato i riders bolognesi, in un’intervista a Radio Popolare – e conquistare tutte quelle rivendicazioni. Ad oggi la Carta De Diritti è stata firmata dal Comune e si spera che venga apposta la firma anche da una piattaforma, quella bolognese di Sgnam. Il Comune sta facendo pressing affinché si siedano a trattare anche le altre grandi multinazionali, Deliveroo, Foodora e JustEat, con le quali è più difficile trattare.