La lista Civica Tradizione e Progresso, attraverso un comunicato stampa, vuole informare la cittadinanza sugli esiti del consiglio comunale di Labico dello scorso 15 maggio, avente quale esclusivo argomento la diffida da parte della Regione Lazio nei confronti del Comune di Labico a predisporre l’immediato passaggio del servizio idrico fognario all’ATO2 – Acea
“Preso atto, purtroppo, che il portale istituzionale del Comune di Labico nel partecipare la cittadinanza su quanto sta accadendo circa la vicenda ACEA ha riportato solo le dichiarazioni della Maggioranza consiliare, limitandosi solo ad indicare l’astensione del gruppo consiliare Tradizione e Progresso Labico, appare opportuno indicare il punto di vista del Gruppo Consiliare di Opposizione circa la vicenda.
Cosi come riassunto dal Consigliere Dell’Omo in sede di consiglio del 15.5.2018, pur non ritenendo che l’adesione All’ATO2 del Comune di Labico non sia la soluzione giusta per la gestione del patrimonio idrico/fognario dell’ente, SI RITIENE che la strada da percorrere per giungere a scongiurare il possibile (e previsto in maniera tassativa dalla legge) passaggio all’ATO2 debba fondarsi sulla possibilità di ”trascinare” l’Acea in un contenzioso che abbia ad oggetto non l’opposizione a prescindere ma argomenti di effettiva e vitale utilità per i cittadini.
Su questo punto sempre in consiglio il Consigliere Dell’Omo si e’ fatto partecipe del pensiero suo e dei consiglieri Galli e Delle Cese, sul fatto che, in applicazione dell’articolo 153 comma 2° del dlgs 152/06, modificato dal D.L. 133 del 2014 vi sia innanzitutto la necessità di sapere in maniera formale e documentata quanto ACEA attraverso ATO2 valuti di indennizzare il Comune di Labico per le opere che acquisirebbe e soprattutto l’intenzione di subentrare, come la normativa indica in tutte quelle che sono le passività derivanti dal ciclo di gestione delle acque, ivi compresa la massa debitoria derivante della nota vicenda depuratori, per la quale ne la magistratura ordinaria , ne quella contabile per quanto noto siano giunte a stabilire con eventuali sentenze le possibili responsabilità.
Questo punto appare necessario affinché da un chiaro riferimento normativo, si possa, laddove vi sia una marcata differenza di valutazione tra quelli che sono gli interessi della comunità di Labico con legittime spettanze annesse e quanto proposto, instaurare un contenzioso che determini quindi se vi sia una condizione di sperequazione per la comunità di Labico tale da impedire l’adesione del Comune all’ATO2 in relazione alla normativa citata.
Il non ritenere la via giusta quella dell’ATO2 purtroppo e con rammarico non può esulare dalla valutazione dei fatti attuali, ove il Consiglio di Stato nelle ultime pronunce sembrerebbe aver messo la parola fine ai contenziosi portati avanti da altri comuni del Lazio (con situazioni del patrimonio idrico molto diverse da quella di Labico che attualmente vanta la quasi totale autonomia idrica rispetto alla rete ATO2 Acea), fatto per cui non concordando sulla impostazione della delibera consiliare dell’amministrazione di Labico si e’ scelta l’astensione, proponendo tuttavia in sede di consiglio l’attuazione di un confronto tra i gruppi al fine di giungere ad una valutazione sulla migliore strategia attuabile, invito per il quale si è in attesa che seguano eventuali fatti”.