Cultura

Artena, gli Scout e il centro storico. Intervista a Federica Giannini

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Scout Artena

Portano spesa e medicine agli anziani, spalano la neve per i vicoli del centro storico e fanno rivivere il paese con cacce al tesoro. Il Capo Scout Federica Giannini ci racconta la nascita del gruppo, le attività e il loro rapporto con il centro storico di Artena.

 Da quanti anni è attivo il gruppo scout?

Il nostro Gruppo Scout nasce nel 2005 con una piccola unità indipendente, quella dei Rover (ragazzi dai 15 ai 19 anni) fondata da Marco Audino e composta da ragazzi provenienti da Colleferro, Artena, Segni e paesi limitrofi.

Dopo aver maturato una certa esperienza nel servizio ed essersi convinti che c’era tanto bisogno di Scoutismo nelle realtà da cui provenivano, quegli stessi ragazzi decisero di portarlo ad Artena: nel 2007 vennero fondati il gruppo dei Lupetti (8-12 anni) e degli Esploratori (12-15). In questa fase fu indispensabile l’aiuto di alcuni Capi Scout provenienti da altri gruppi, tra cui vorrei ricordare Manlio Pantani, un fratello scomparso qualche anno fa senza il quale niente di tutto questo sarebbe stato possibile.

Inizialmente eravamo pochi, con pochi mezzi e circondati da un alone di diffidenza, ma grazie all’aiuto di tante famiglie, privati e aziende siamo riusciti a crescere e affermarci come realtà associativa: tra questi l’ex  Sindaco Maria Luisa Pecorari ci concesse l’utilizzo della sede Athai permettendoci di fondare il gruppo e Padre Salvatore ci ha aperto le porte del Convento Francescano nel momento in cui non avevamo più un posto in cui stare.  Poco a poco siamo riusciti a crescere, ad acquisire importanza sul territorio ed essere un punto di riferimento, non solo per i ragazzi, ma anche per le famiglie: da 10 iscritti siamo passati a più di 70, abbiamo fondato l’unità dei Castorini (5-7 anni) e grazie a questa Amministrazione abbiamo ottenuto una sede comunale che ci permette di avere anche una maggiore visibilità.

 

Quali sono le attività principali che svolgete?

L’obiettivo dello Scoutismo a livello mondiale è formare alla cittadinanza attiva: creare un adulto consapevole, responsabile, che sappia fare la propria parte nella comunità in cui vive con i mezzi che ha a disposizione. Di conseguenza la nostra missione è prima di tutto educativa: educare ai valori scout, secondo un metodo educativo preciso e seguendo le attitudini dei ragazzi: “tutto col gioco, niente per gioco”. Questo è possibile grazie ai nostri Capi, adulti in servizio volontario che seguono l’unità dei Castori (5-8 anni), Lupetti (8-12), Esploratori (12-15), Rover (15-19) con una riunione settimanale e diverse uscite di uno o più giorni durante l’anno, oltre a un campo invernale e uno estivo. Il campo è una delle esperienze più belle e importanti per i ragazzi: una settimana lontani dalla famiglia, dalla tecnologia e dalla routine per mettersi alla prova e imparare a vivere contando sulle proprie forze insieme ai propri compagni, in completa armonia con la natura. Si ritorna più sempre più entusiasti, più forti ed autonomi!

A fianco alla nostra missione educativa, che occupa la maggior parte del nostro tempo e delle nostre risorse, come Associazione ci diamo da fare in un mucchio di altre occasioni. Abbiamo organizzato raccolte fondi e di beni materiali il terremoto in Nepal e poi per quello di Amatrice grazie al prezioso aiuto di altre associazioni, abbiamo avviato un progetto finanziato dalla Regione per distribuire la spesa e i farmaci alle persone più anziane del Centro Storico di Artena.

Un esempio evidente di cosa significa spirito Scout secondo me è dato dalla nostra nuova sede: il magazzino sotto alla casa del custode era un edificio abbandonato, decadente e sporco. Nel giro di pochi mesi grazie ai capi, ai genitori e agli amici che ci hanno aiutato, mettendo a disposizione la loro abilità manuale e il loro tempo, siamo riusciti a rendere il locale un luogo idoneo per le attività scout e non solo. Abbiamo sistemato spazi interni ed esterni, grazie ai materiali forniti dal Comune e alla disponibilità degli operai e abbiamo restituito uno spazio alla comunità che non vuole essere una semplice sede. Lo spazio è davvero della Comunità e in quanto Scout è automaticamente un luogo aperto: per ora ospitiamo un laboratorio teatrale (L’Officina della Creatività), un laboratorio di Lettura ad Alta Voce (Associazione Ferao) ed un Gruppo di Acquisto Solidale ma puntiamo ad essere aperti tutti i giorni e tutte le ore, per tutti.

 Da quanto tempo sei negli scout? Cosa ha significato per te essere scout ad Artena?

Sono negli Scout dal 2006. Dodici anni fa, per me che la vivevo da adolescente, Artena era un luogo asfittico: ci dormivo e ci mangiavo per poi fuggire via il prima possibile. Lo scoutismo in quegli anni lo praticavo altrove e mi entusiasmava moltissimo perché, tra le altre cose, mi faceva sentire parte di qualcosa di grande, di importante e mi dava modo di frequentare molte persone che condividevano i miei stessi interessi.

Questo sentirsi parte di qualcosa di grande e bello è stata la prima “fregatura”: lo scoutismo implica il concetto di Cittadinanza Attiva, di Servizio verso il prossimo, di rimboccarsi le maniche in qualunque circostanza…e noi artenesi non potevamo ignorare quanto ci fosse da fare ad Artena, quanto educare alla cittadinanza attiva fosse importante in un paese fermo da anni sullo stesso punto. Per questo dopo un paio di anni di servizio a Lariano, sono tornata ad Artena e mi sono dedicata completamente al Gruppo: da Rover in servizio a Capo Unità fino a diventare Capo Gruppo. La verità è che se lo scoutismo non fosse entrato nella mia vita probabilmente me ne sarei andata altrove. I miei weekend li passo a fare costruzioni con gli esploratori o riunioni con gli adulti: lo scoutismo mi costringe a tornare ad Artena nonostante la mia settimana si svolga altrove…ed è sempre la parte migliore.

Il centro storico d’Artena è stato centro di attività per gli scout?

Nelle varie peregrinazioni che hanno caratterizzato il nostro Gruppo il Centro Storico è sempre stato centrale. Agli inizi la Compagnia fu ospitata per un anno da Umberto Diana (un’altra persona che ha creduto in noi) in una piccola cantina del borgo e, nel 2011, gli Esploratori svolsero mesi e mesi di attività nel centro storico, grazie alla disponibilità di Padre Salvatore che ci aprì la Chiesa di Santa Croce e dei residenti che ci ospitarono nelle loro cantine.

Proprio in quegli anni noi capi ci accorgemmo di quanto il Centro Storico godesse di una pessima reputazione tra le famiglie perché si riteneva che non fosse un luogo adatto e, dicevano alcuni, addirittura pericoloso.

Le cose da allora sono cambiate e mi piace pensare che in parte sia anche per merito nostro. Ogni anno facciamo uscite nel paese vecchio, facendo dormire i bambini nelle stanze del catechismo a Santa Croce e organizzando cacce al tesoro da piazza della Vittoria fin sopra a Santa Maria. Abbiamo ripulito varie cantine per Artena Città Presepe, adottato per un periodo una piazzetta e investito nel progetto di distribuzione farmaci e spesa agli anziani. Siamo sempre a disposizione per aiutare i residenti, soprattutto in caso di emergenza: durante l’ultima nevicata, solo per fare un esempio, una piccola squadra di Capi Scout insieme all’ARCI e un paio di persone di buona volontà, si è messa a spalare la neve e buttare il sale per permettere alle persone di scendere in sicurezza.

Cosa manca al centro storico?

Potrei elencare una serie di disservizi e mettermi dalla parte di chi si aspetta di ricevere qualcosa dagli altri ma non voglio limitarmi a questo perché il centro storico dovrebbe essere un luogo dove è piacevole vivere e non solo passare la domenica. Mancano i servizi, manca il lavoro di manutenzione ordinaria che dovrebbe essere costante sia nella parte alta che in quella bassa del paese. Allo stesso tempo però manca l’attenzione da parte di alcuni residenti a curare la propria casa, il proprio pezzo di strada, a diserbare la fioriera del proprio vicolo e rimuovere gli escrementi di gatti e cani. Nel paese ci sono palazzi decadenti, che stanno per crollare e che il Comune deve affrettarsi a recuperare; allo stesso tempo manca il buon senso da parte di alcuni proprietari che preferiscono affittare un bene fatiscente senza contratto piuttosto che prendersi le proprie responsabilità. Bisognerebbe accordarsi su cosa ci aspettiamo che diventi il nostro centro storico e allora lavorare compatti, cittadini e istituzioni, per arrivare ad ottenerlo.

Cosa non dovrebbe mai esserci?

Non dovrebbe esserci il senso di abbandono, l’incuria e il decadimento che hanno caratterizzato il paese negli ultimi anni. Artena ha bisogno di coesione e il centro storico più che mai: si può passare attraverso il volontariato e l’associazionismo per creare quel clima accogliente e stimolante di cui parlavo. Esistono varie realtà culturali che stanno facendo un buon lavoro ma spesso agiscono isolate, senza raggiungere i risultati sperati: forse il centro storico non diventerà uno dei borghi più visitati del Lazio, cerchiamo di renderlo almeno un posto piacevole in cui vivere.