Il Coordinamento provinciale di Fare Ambiente, in collaborazione con il Comando di Polizia Locale di Rieti, ha organizzato la giornata formativa dal tema “Delitti contro gli animali”, dedicato a operatori delle Forze dell’Ordine, Veterinari e Volontari delle Associazioni di tutela degli animali. Alla giornata di formazione, che si è svolta a Rieti lo scorso (giovedì 14 giugno), presso il Comando Polizia Locale di Rieti è stata presente anche una delegazione delle guardie zoofile dell’Accademia Kronos della provincia di Frosinone, con sede a Piglio, guidata dal responsabile nazionale del centro Italia Armando Bruni.
A curare l’evento il comandante della Polizia Locale di Rieti Massimo Belli, (ex comandante della Polizia Provinciale di Frosinone). “Un incontro molto interessante e ringraziamo il comandante Belli per l’invito rivoltoci –ha sottolineato Armando Bruni– non sono mai abbastanza le campagne di sensibilizzazione contro il maltrattamento dei nostri amici cani e gatti, ed è bene anche sottolineare il fatto che tali condotte integrano fattispecie sanzionate dal codice penale, con pene sino a due anni di reclusione”.
L’incontro ha dato modo di approfondire alcune norme in materia di maltrattamento di animali, ricostruendo l’evoluzione normativa. “La legge 189 del 2004, ha previsto una disciplina più specifica, -ha continuato Bruni- introducendo ad hoc nel codice penale il Titolo IX bis, rubricato Dei delitti contro il sentimento per gli animali. In particolare i nuovi articoli 544 bis e 544 ter del codice penale, reprimono con forza variegate ipotesi di maltrattamenti e, per la prima volta, sanzionano l’uccisione di animale in sé.
In sostanza quindi, si può ritenere che siano sanzionate tutte le azioni perpetrate dall’uomo agli animali che comportano per gli stessi una lesione fisica, inflitta con crudeltà, ovvero per motivi abietti e futili e con la volontà specifica di nuocere alla bestiola. Non è necessaria un’azione commissiva, che comporta un agire materiale nei confronti dell’animale, ma è sufficiente anche un’azione omissiva, consistente in un non-fare, che implica una sofferenza. Infatti, la Corte di Cassazione (46560 del 2015), decidendo un caso in cui “animali domestici venivano tenuti in un luogo privo di un ricovero adeguato, denutriti, dissetati con acqua piovana e circondanti dalle loro feci” ha affermato che costituiscono maltrattamenti, idonei ad integrare il reato di abbandono di animali, non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali per la loro manifesta crudeltà, ma anche quelle condotte che incidono sulla sensibilità psico-fisica dell’animale, procurandogli dolore e afflizione.
Un’ulteriore svolta alla tutela degli animali è stata data nel 2010, con la legge 201, con cui l’Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987. Sono state, infatti, ulteriormente innalzate le pene previste per l’uccisione e il maltrattamento degli animali e introdotte, tra le altre, le fattispecie di traffico illecito di animali da compagnia e della loro introduzione illecita nel territorio nazionale. Ad oggi -conclude Armando Bruni- gli animali godono di un’ampia tutela e quindi l’invito è quello di non esitare a denunciare queste condotte”.