La Regione Lazio, per il tramite della Asl di Frosinone ha disposto la chiusura del Punto di Primo Intervento di Anagni e la sua sostituzione con un ambulatorio denominato PAT, turnato dai medici di medicina generale.
A tale fatto lo Snami ha manifestato la propria contrarietà in sede sindacale e sulla stampa, ma non dagli ultimi giorni o settimane, bensì a partire dal mese di ottobre 2017, quando la Regione Lazio tramite la Asl provinciale ha comunicato formalmente le proprie intenzioni che poi ha tradotto nella delibera del 25 giugno).
“Non è ammissibile – si legge – lo smantellamento dell’unico reale sistema di emergenza- urgenza a protezione della popolazione del nord della provincia, e la sua sostituzione con un semplice ambulatorio (PAT), inutile, rispetto gli ambulatori di medicina generale, ovviamente già esistenti e ben rappresentati ad Anagni come in tutta Italia. E’ una cosa che va contro ogni logica. Altri i motivi dietro queste scelte, che meriterebbero ben altre attenzioni nelle dovute sedi.
Ma preme sottolineare che dal 4 marzo siamo di fronte ad una giunta regionale senza maggioranza, quindi i partiti non presenti nella giunta di minoranza hanno tutti gli strumenti per ordinare e ottenere il dietrofront alla Regione. Cosi come i sindaci della provincia, tramite la conferenza locale della sanità hanno modo di interdire i vertici Asl.
Come si può ipotizzare questo disfacimento dei servizi per la salute, in un territorio (SIN) sito di interesse nazionale per emergenza ambientale. Un’area dove studi epidemiologici Nazionali e Regionali hanno individuato incidenze altissime di patologie molto gravi.
Ad Anagni il sistema locale di emergenza è il primo ed ineludibile sistema di protezione da assicurare ai cittadini, proprio perchè l’effetto dei fattori inquinanti, su tutti gli apparati, ma in particolare sull’apparato cardiovascolare, determina un alta incidenza di eventi patologici acuti e drammatici. Nel territorio di Anagni, inoltre, sussistono insediamenti industriali ad alto rischio di eventi, per cui è d’obbligo un presidio dedicato all’emergenza in loco.
Ricordiamo che Medici di Anagni, per il tramite dello Snami, hanno notificato alla Asl e ai sindaci il loro documento di contrarietà a questo disegno su Anagni orchestrato dalla Regione e della Asl. Il documento recava il resoconto dei fatti e le congrue motivazioni a sostegno della contrarietà alla chiusura del PPI. Questo è avvenuto nell’ottobre 2017, non nelle ultime settimane.
Ora chi sarà dalla parte della popolazione, a difesa di una sanità dignitosa, troverà nello Snami ogni supporto tecnico, con profilo di terzietà, per fare fronte comune contro una situazione grave ed inquietante che potrebbe legalmente comportare una chiamata in causa per responsabilità oggettiva”.