Questa mattina a Colleferro Scalo, quindici Sindaci della Valle del Sacco si sono dati appuntamento per firmare un documento unitario contro la proposta di riattivare gli inceneritori di Colleferro. Proposta avanzata da AMA, partecipata del Comune di Roma, nell’ultima assemblea dei soci di Ep Sistemi, società proprietaria di uno dei due impianti, controllata al 60 % da Lazio Ambiente e al 40 % da Ama.
Prima della sottoscrizione, la lettura del documento è stata affidata al Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna:
“I Sindaci riuniti in forma simbolica nel quartiere di Colleferro Scalo, protestano contro la proposta di AMA, società del comune di Roma, di riattivare gli inceneritori di Colle Sughero. I Sindaci giudicano l’incenerimento una modalità di smaltimento dei rifiuti ormai inaccettabile, in generale e nello specifico nella Valle del Sacco, una terra che ha già pagato un prezzo troppo alto dal punto di vista ambientale.
Chiediamo alla Sindaca Raggi, nostra collega, di fare chiarezza e definire una volta per tutte la posizione di AMA in merito alla quota posseduta dalla partecipata romana inerente l’impianto di incenerimento di Colleferro.
Occorre affrontare nel rispetto del territorio e dei suoi Sindaci, il tema della riconversione dell’impianto superando una volta per tutte gli steccati politici. Alla Regione Lazio e Roma Capitale chiediamo di aprire un tavolo di confronto che coinvolga il territorio per determinare la scelta migliore da adottare per riconvertire gli impianti.
Il documento conclude con un rimando al nuovo consorzio pubblico che gestirà i rifiuti in diversi comuni della zona: “Le progettualità messe in campo dai Sindaci del nuovo gestore Minerva vanno proprio nella direzione del superamento del modello discarica- inceneritori, costituendo una valida alternativa recuperando i rifiuti prodotti dai cittadini nel modo più pulito esistente al mondo. “
“Pensavamo che Raggi e Regione avessero rinunciato al Revamping degli inceneritori – ha dichiarato Sanna a margine della firma del documento. Le notizie apparse sui giornali riguardanti la proposta di AMA ci fanno riaccendere la rabbia dovuta all’idea che qualcuno possa ancora pensare alla provincia come soluzione della gestione dei rifiuti della Capitale. Per questo chiediamo alla collega Raggi di chiarire la sua posizione e di riceverci in Campidoglio.”
Oltre a Colleferro, il documento è stato firmato dai Sindaci di Carpineto Romano, Genazzano, Artena, Capranica Prenestina, Olevano Romano, Valmontone, Labico, Piglio, Serrone, Segni, Paliano, San Vito Romano e Gorga.
Il Ministero dell’Ambiente annuncia una cabina di regia per Roma
E sulla notizia di oggi – riportata dal Fatto quotidiano – riguardo l’istituzione di una cabina di regia al Ministero dell’ambiente sull’emergenza rifiuti romana, Sanna ha commentato: una notizia importante, invito il Ministro a chiamare anche i Sindaci dei comuni che ospitano gli impianti, ricordando che Colleferro è anche un sito d’interesse nazionale.
La Regione Lazio resta senza piano rifiuti
Intanto il Lazio attende il nuovo piano rifiuti. L’assessore regionale al ciclo dei Rifiuti, Massimiliano Valeriani, ha dichiarato più volte che uno degli ostacoli alla riprogettazione della gestione dei rifiuti nel Lazio è proprio Roma Capitale, perché non indica i siti adeguati dove far sorgere gli impianti per il trattamento dell’indifferenziato. L’amministrazione Raggi ha annunciato la nascita di una fabbrica di materiali (Remat) ma non è stato presentato nessun progetto.
Sugli inceneritori di Colleferro, la Regione resta in silenzio. Dalla Pisana non è arrivato nessun atto amministrativo o d’indirizzo che attesti la volontà politica di rinunciare al rilancio delle due ciminiere. Lo scorso 13 luglio, la gara per la vendita di Lazio Ambiente – e quindi anche dei due impianti – è andata deserta, aprendo così la strada a una possibile liquidazione della società.
Per la città eterna, con gli impianti di trattamento meccanico biologico al collasso e migliaia di tonnellate in giro per l’Italia e all’estero, riattivare gli inceneritori di Colleferro rappresenterebbe una boccata d’ossigeno e una via d’uscita da un’emergenza diventata un’ordinaria anomalia. Sarà una strada difficile da percorrere, sopratutto perché presidiata costantemente dal movimento Rifiutiamoli.