Nell’emergenza cave si è perso un altro giorno. Un consiglio comunale fiume del tutto infruttuoso, una seduta per non far nulla se non approvare una mozione inconsistente voluta dalla maggioranza. La stessa maggioranza che ha provocato una situazione paradossale che rischia di trascinare nel baratro un intero settore, strategico non solo per il Comune ma anche per l’intera regione Lazio.
L’atto voluto dai 5 Stelle, che ha visto l’opposizione uscire dall’aula, assegna al Sindaco un generico impegno per risolvere questa situazione. Respinta la proposta dell’opposizione, unita, che dava al Primo Cittadino mandato di attivarsi per cercare ogni soluzione utile a revocare l’ordinanza che portato alla chiusura di una cava e che nell’immediato futuro potrebbe coinvolgere altre realtà estrattive del territorio.
Ora viviamo con trepidazione i prossimi giorni in vista di due appuntamenti chiave, la scadenza del tavolo con la Regione prevista per il 30 settembre ed il responso del Tar sulla richiesta di sospensiva dell’azienda prevista per il 9 ottobre.
Due appuntamenti che potranno dare risposte alla Città, agli imprenditori ed ai lavoratori, ed in cui il Comune sarà spettatore. Ancora una volta le sorti di Guidonia Montecelio saranno scritte lontane dal Municipio, fornendo così alibi e giustificazioni ai 5 Stelle per coprire e mascherare la propria inconcludenza, incapacità, mancanza di coraggio e progettualità.
Ad oggi, infatti, ancora non capiamo quale sia l’indirizzo del Sindaco e della sua maggioranza sul futuro del settore estrattivo né, soprattutto, per la riconversione tanto sbandierata nella loro nota dell’altra sera. In tutto il consiglio comunale di ieri nessun esponente della maggioranza grillina ha spiegato con precisione cosa vogliono fare, e come, delle cave che saranno dismesse.
Sembra proprio che vivano alla giornata, inseguendo promesse e slogan pronunciati in campagna elettorale. Ma così giocano con il futuro di una Città e con il presente di centinaia di famiglie.
