L’ennesimo caso tra quelli già segnalati dallo “Sportello dei Diritti” fa riesplodere la polemica su un fenomeno che riguarda la sicurezza dei voli: l’ubriachezza a bordo dei velivoli di linea sta diventando un problema serio che merita la dovuta attenzione da parte delle autorità aereoportuali e quelle che regolamentano il traffico aereo e richiede misure urgenti per evitare che ci scappi la tragedia.
Questa volta è accaduto al volo Qantas QF9 sul Boeing 787-9 Dreamliner, dell’ 8 settembre da Perth a Londra, che ha costretto i piloti a tornare indietro dopo due ore di volo e ha portato un passeggero ubriaco ad essere arrestato dopo l’atterraggio. I testimoni, hanno riferito alla ABC National Television che l’uomo aveva agito in modo strano: dapprima si è chiuso in bagno per più di un’ora dopo aver preso uno dei più lunghi voli passeggeri del mondo della durata di 17 ore. Quando finalmente uscì, iniziò a urlare ai passeggeri e si accovacciò come se si stesse preparando per un combattimento.
Qantas ha confermato l’accaduto, evidenziando che l’uomo si è comportato “in modo distruttivo” a bordo del volo dopo aver bevuto dell’alcol acquistato all’aeroporto di Perth. La Qantas Airlines Limited o semplicemente Qantas, è la compagnia aerea di bandiera dell’Australia. Il nome è un acronimo per Queensland and Northern Territory Aerial Service. Ha sede a Sydney. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una situazione non certamente ottimale che a diecimila metri d’altezza, ha fatto vivere attimi di panico ai passeggeri, mettendo a repentaglio l’incolumità dei passeggeri e la sicurezza del volo.