Rientra l’allarme relativo alla presenza del calabrone asiatico nei Castelli Romani.
Si è accertato, infatti, che si tratta di calabroni autoctoni e non, come si era inizialmente temuto, del primo avvistamento nel Centro Italia del calabrone asiatico, la cui presenza è stata invece da tempo confermata nel Nord del Paese.
L’allarme era stato lanciato con un avviso pubblicato sul sito del Comune di Grottaferrata, in seguito al ricovero di un cittadino grottaferratese che, in località Campovecchio, è stato punto da un insetto di grosse dimensioni.
I Guardiaparco dell’Ente Parco Castelli Romani, su richiesta della Direzione Ambiente e Sistemi Naturali della Regione Lazio, in accordo con il Comune di Grottaferrata, hanno svolto un sopralluogo volto ad accertare se si trattasse del primo avvistamento nel Centro Italia del calabrone asiatico (Vespa velutina). La specie aliena (che, cioè, è stata introdotto dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori della propria area di origine), arriva dall’Asia Sud-orientale, ed è un insetto pericoloso, soprattutto per le api autoctone da miele di cui si ciba, e, accidentalmente, anche per l’uomo. In Europa la Vespa velutina ha già causato molti danni, come ad esempio in Francia, dove in dieci anni si è avuta la perdita di circa il 50% degli alveari, e si è diffusa sulla quasi totalità del territorio e nei Paesi limitrofi, in particolare Belgio, Spagna, Portogallo, Germania. In Italia la sua presenza è stata accertata in alcune Regioni del Nord.
Il sopralluogo dei Guardiaparco ha dato esito negativo: i nidi individuati appartengono al calabrone (Vespa crabro) comunemente diffuso nel nostro Paese con un suo ruolo ecologico ma, in ogni caso, in caso di avvistamento di un nido, non cercare mai di avvicinarsi per osservare o distruggerli. I calabroni, se infastiditi, possono diventare aggressivi e, con la loro puntura, procurare shock anafilattico in soggetti predisposti; è bene limitarsi sempre alla sola segnalazione. In questo caso i nidi sono stati rimossi dai Vigili del Fuoco di Marino (RM), su richiesta dei Guardiaparco dell’Ente