Cresce anche in Italia il mercato delle case intelligenti. È quanto emerge dalla recente ricerca basata su statistiche Doxa relativa all’implementazione dei dispositivi “smart” all’interno delle abitazioni degli italiani. Un settore che nel 2017 ha superato i 250 milioni di business complessivo con una crescita del 35% rispetto all’anno precedente. Un terzo degli italiani ha integrato le nuove tecnologie nelle proprie case (il 38% del campione aveva già almeno un dispositivo) negli ultimi mesi in un trend che tocca tutte le parti d’Italia, Roma compresa.
Negli ultimi anni è cambiata la stessa concezione di abitazione. Il 68% degli italiani lavora da casa più volte a settimana con la conseguenza di considerare sempre più importante la qualità della vita domestica. Un processo che ha portato la sensibilità e l’attenzione verso nuove esigenze: le persone cercano case sempre più sicure (basti pensare che il 54% del campione dello studio ha installato sensori a porte e finestre e il 41% dispone di telecamere di sorveglianza) ma anche sistemi di riscaldamento più efficienti, elettrodomestici gestibili tramite smartphone e nuove caldaie e termostati smart in grado di garantire notevoli risparmi energetici.
Illuminare la propria abitazione con un click o tramite comandi vocali, ventilare regolarmente gli ambienti domestici quando si superano determinate soglie di temperatura, umidità e CO2 e consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli elettrodomestici. Queste sono solo alcune funzioni che consentono di rendere smart la propria abitazione. Ma non solo: i dispositivi più avanzati permettono di “assimilare” le abitudini familiari e di interagire direttamente con l’ambiente esterno, scegliendo in autonomia le opzioni migliori per la vita quotidiana.
Va da sé che la nuova partita del mercato immobiliare si gioca proprio sul terreno delle innovazioni tecnologiche e della predisposizione delle nuove abitazioni di accoglierle. Gli edifici residenziali vengono sempre più scelti in base all’efficienza. E la conferma arriva dai dati sulle compravendite nel biennio 2017-2018: le case di più recente concezione si vendono meglio di quelle più vecchie e la previsione per la fine di quest’anno è quella di 570-600mila unità compravendute.
Case di concezione moderna che vedono aumentare il proprio valore di mercato proprio grazie alla predisposizione per l’installazione degli impianti tecnologici più avanzati e che sono disponibili in ogni parte d’Italia. È il caso ad esempio degli appartamenti di nuova costruzione a Roma Casilina di Progedil 90, nuove abitazioni realizzate con materiali ad alta efficienza energetica e più sostenibili per l’ambiente, dai costi di manutenzione ridotti rispetto agli immobili più datati e in grado di “ospitare” le ultime innovazioni provenienti dal campo della domotica.
La richiesta di case efficienti è infatti sempre più sentita in quanto la sostenibilità è diventata uno dei fattori più importanti a incidere sul bilancio di ogni famiglia. Nel prossimo futuro le abitazioni dovranno consumare e inquinare meno e migliorare la salute di chi ci abita. Per questo si decide di investire sempre di più sull’home automation e su processi come il recupero delle acque piovane e la coltivazione idroponica nel building, sull’installazione di rilevatori sismici e antincendio e su dispositivi anti-allagamento.
Nel frattempo il processo di innovazione tecnologica procede a passo spedito. Se le case intelligenti caratterizzate da dispositivi controllabili tramite smartphone sono ormai una realtà assodata, molto presto potrebbero essere un ricordo.
La novità più importante arriva da una tecnologia sviluppata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) che ha lo scopo di identificare le persone presenti in casa e le loro abitudini regolando il funzionamento dei dispositivi in base alle esigenze degli individui. Il sistema denominato Duet è stato presentato durante la conferenza Ubicomp a Singapore e rappresenta un incredibile passo avanti nel settore delle smart home.
Nella fase di sviluppo del progetto, i ricercatori si sono accorti che i telefonini che regolano i dispositivi smart vengono lasciati dai proprietari sui mobili. Per questo motivo si è cercato una soluzione in grado di superare la domotica tradizionale: nel test effettuato in un periodo di due settimane in un appartamento di quattro persone e in un edificio con nove individui, Duet è stato in grado di localizzare i soggetti con una precisione del 96% sfruttando i segnali dei loro corpi per stabilirne identità e posizione studiandone le abitudini.
Abitudini che, una volta registrate, vengono utilizzate per regolare l’automazione dei device, magari permettendo alla televisione di accendersi sul canale preferito del proprietario quando si siede sul divano o al termostato di impostarsi sulla temperatura ideale.
Dispositivi tecnologicamente avanzati che andranno di pari passo con nuove abitazioni costruite per accoglierle e sfruttarle al massimo delle loro possibilità. È in questi settori che si gioca la rinascita del mercato immobiliare italiano e internazionale.